La leggenda del ragazzo che credeva nel mare

Tuffarsi è il suo sogno e solo nell’acqua sente il suo respiro. La leggenda del ragazzo che credeva nel mare di Salvatore Basile è il racconto di un’anima fragile, di un giovane che è stato abbandonato da tutti e che solo quando si tuffa nel mare ritrova la forza e e la speranza in una vita che sembra essergli da sempre avversa. Marco non ha saputo mai nulla dei suoi genitori, sono due entità dai contorni fumosi che a volte si concede di immaginare. L'infanzia trascorsa tra una famiglia affidataria ed un'altra non ha avuto altri risultati che renderlo sospettoso e diffidente verso qualunque essere umano. Solo l’acqua è sua amica e solo a contatto con essa si sente completo. Fino a quando, tuffandosi da una scogliera, si ritrova con una spalla ferita e dolorante. Quando si affida a Lara, una fisioterapista, per curarsi la spalla, la donna gli fa capire che la rabbia non è il sentimento giusto per affrontare il mondo e, affezionandosi rapidamente a lui, gli dimostra come, in questo mondo, ci sia ancora spazio per i sentimenti positivi e autentici. Per Marco questa è una novità sconvolgente e la paura di fidarsi è tanta, troppa. Nonostante ciò, quando la fisioterapista gli consiglia, per far guarire la spalla, un soggiorno al sole e lo invita nella sua casa vicino al mare, lui accetta. Marco non sa che quella scelta non è casuale ed spalancherà la porta sul suo passato, dalla quale emergeranno nuove verità. La leggenda del ragazzo che credeva nel mare è un racconto delicato e coinvolgente, tanto evocativo che sembra di poter udire le onde che si infrangono sulle rocce.