Gli internati militari italiani in Germania 1943-1945 di Gabriele Hammermann edito da Il Mulino
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Gli internati militari italiani in Germania 1943-1945

Editore:

Il Mulino

Traduttore:
Morandi E.
Data di Pubblicazione:
9 maggio 2019
EAN:

9788815284068

ISBN:

8815284060

Pagine:
576
Formato:
brossura
Argomenti:
Prigionieri di guerra, Storia d'Europa
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Descrizione Gli internati militari italiani in Germania 1943-1945

Con l’armistizio del settembre 1943 e il conseguente rovesciamento delle alleanze, i militari italiani si ritrovarono nemici degli ex alleati tedeschi. Salvo quelli, pochi, che accettarono di affiancarsi ai tedeschi e confluire nell’esercito della neonata repubblica di Salò, oltre mezzo milione di soldati italiani furono deportati in campi di concentramento nazisti. Nel libro, una completa e approfondita descrizione dell’esperienza di prigionia degli Imi, gli internati militari italiani in Germania: l’atteggiamento tedesco, le direttive per la loro gestione come forza lavoro nell’industria bellica, le condizioni materiali di vita e di lavoro, dalla caduta di Mussolini al rientro in patria dopo la fine della guerra.

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3 di 5 su 2 recensioni

Teutonico.Di D. Alessandro-26 ottobre 2019

Ben documentato, ricco di informazioni, ma - a parer mio - freddo e distaccato: una tale tragedia merita di essere ricordata piu dal punto di vista umano, che da quello delle, numerose, statistiche citate nel libro.

Internati militari italiani.Di c. monica-21 settembre 2011

Internati militari italiani chiamati IMI dai tedeschi. Erano soldati italiani rastrellati nei giorni successivi all'Armistizio di Badoglio e deportati nei territori del Terzo Reich. Fu loro imposta una scelta, o aderire all'esercito tedesco o finire nei Lager in Germania, pochi diedero il loro consenso per tutti gli altri i campi di concentramento come prigionieri di guerra. Da prigioniri di guerra furono trasformati in lavoratori civili affinche' potessero svolgere lavori coatti massacranti senza aiuti da parte della Croce Rossa e nessuna Convenzione di Givevra per l'IMI. Nonostante l'amicizia tra Hitler e Mussolini, il quale stava creando l'RSI, Hitler aveva una bassa considerazione degli italiani, erano traditori, tiratori franchi e quindi immediatamente giustiziabili, ma tutto questo era gia' condito da un pregresso sentimento di razzismo che stava alla base della propaganda nazista. Gli IMI vennero impiegati nelle industrie pesanti, nelle fattorie e in altre faticosissime attivita' , con orari di lavoro insostenibili, con cibo ed abbigliamento inadeguati, condizioni igieniche precarie. Erano costantemente ingiuriati, maltratti, puniti e spesso uccisi per un nonnulla, vivevano in veri campi di sterminio. In Germania c'erano circa ottocentomila IMI, a migliaia non fecero ritorno.