Insegnare a imparare. Per le Scuole superiori

Insegnare una disciplina a preadolescenti significa innanzitutto creare motivazioni. L'insegnante, come un allenatore, deve essere in grado di prospettare le prove e i sacrifici del percorso come tappe utili per il raggiungimento della meta. Insegnare storia significa dunque portare i ragazzi a interrogarsi sul mondo in cui viviamo, su ""come siamo diventati ciò che siamo"".Questo libro parte proprio da qui: dalla difficoltà di trasmettere curiosità e ""saperi"" da parte degli insegnanti, spesso a loro volta poco motivati e ""stanchi""; e, parallelamente, dalla mancanza di attenzione da parte di alunni (quelli che, letteralmente, dovrebbero essere ""coloro che vengono nutriti""), indifferenti anche davanti alle portate più succulente.Il volume si divide in due parti: la prima ripercorre i cambiamenti intervenuti nei programmi ministeriali di storia dall'Unità ad oggi per cercare di mettere a fuoco i significati attribuiti nei diversi periodi all'insegnamento di questa disciplina nella scuola secondaria di primo grado; la seconda contiene riflessioni e proposte operative relative alle procedure e alle strategie da promuovere per controllare lo sviluppo della cultura storica negli studenti.La rilettura dei programmi evidenzia un passaggio lento ma costante dalla presenza quasi esclusiva dei contenuti ad una sempre maggiore attenzione alle operazioni cognitive legate all'acquisizione di conoscenze: da ""cosa"" al ""come"". L'attenzione progressiva al metodo - inteso nella doppia accezione di metodo di lavoro dell'insegnante e di metodo di studio dell'allievo - risponde all'esigenza di una didattica impegnata a dare risposte di senso e indicazioni operative concrete, con l'obiettivo di rendere sempre più autonomi gli allievi e invitarli ad un'avventura conoscitiva motivante e proficua.È vero che spesso i ragazzi denunciano con schiettezza dissacrante l'inutilità di una disciplina che ""va a togliere le bende ai morti"": sta ai docenti mostrare l'inesattezza di quest'idea, invitandoli ad interrogare la loro storia personale e collettiva, mettendone in luce la vitalità, mostrando come il passato sia ""dentro"" il nostro presente non prima di esso, svelandone i retroscena. Portare in primo piano il rapporto presente-passato e far leva sugli strumenti concettuali utili a capire come si forma la conoscenza storica sono oggi responsabilità di ogni insegnante, in una pratica didattica costruita con gli allievi, non per loro: in ciò soprattutto sta il suo essere ""allenatore"" e non ""arbitro"" dentro la classe.Ai docenti che hanno adottatto A MEMORIA D'UOMO viene fornita una copia in saggio.