Le impronte dell'angelo

Cosa spinge un matematico pisano, un astrologo scozzese, un cavaliere tedesco e un poeta siciliano a rinchiudersi per un146; intera notte del 1231 nella torre più inaccessibile del castello di Melfi? Il ritrovamento alla corte pugliese di Federico II della cronaca di un antico copista ebreo svela un viaggio a ritroso lungo un secolo, tra Italia, Normandia, Costantinopoli e isole britanniche, alla ricerca del più arcano dei misteri: un nome che tutti sanno leggere ma nessuno sa pronunciare. Tra re guardiani, sette di Sapienti, pirati baresi e un papa mago, sulle sue tracce si incamminano tre fratelli nordici, che seguendo le impronte dell146; Angelo cambieranno il destino del Mezzogiorno. Dagli abissi dell146; oscurità, come dice Anna Comnena, riemerge così il vero protagonista di questo romanzo: il Medioevo visto da sud, dove correva il confine tra Europa e oriente, la Puglia si chiamava Lombardia, i Romani parlavano greco e i Cristiani veneravano donne immaginarie di nome Sofia e Irene.