Il grande gladiatore
- Editore:
Piemme
- Collana:
- Bestseller
- Data di Pubblicazione:
- 28 agosto 2007
- EAN:
9788838471155
- ISBN:
8838471150
- Pagine:
- 477
- Formato:
- brossura
Trama Il grande gladiatore
Il fato aveva per lui programmi diversi da quelli che si era scelto. Conosceva le erbe, le pozioni, i rimedi della natura. Aveva amato una giovane sacerdotessa germanica e studiato da medico. Suo fratello, Antonio Primo, impetuoso generale al comando della legione Galbiana, aveva sgominato una tribù di barbari ribelli in Pannonia, ma a lui le armi facevano orrore. Ora, però, negli anni insanguinati della guerra civile, la sua libertà è stata venduta a un lanista di Tolosa, come quella di centinaia di giovani da trasformare in schiavi. O in gladiatori. Il suo bracciale è diventato una catena. Una prigione la sua casa. Non ha più niente di ciò che aveva, ma la sorte di suo fratello e perfino quella di Roma sono nelle sue mani.
Recensioni degli utenti
Buon romanzo storico-10 novembre 2015
Per chi è amante dei romanzi storici allora questo libro può essere un ottimo libro romanzato del periodo dei 4 imperatori, raccontato dal punto di vista di un medico che si era sempre tenuto fuori dalle questioni politiche dei romani. La cosa che personalmente mi è piaciuta di più è stata la tanta spiritualità e misticità che il romanzo propone, divenendo quasi un racconto mitologico. Naturalmente non lo ritengo al livello dei romanzi di Manfredi ma ne consiglio la lettura per chi è amante di questo genere.
Il grande gladiatore-27 settembre 2011
Insufficiente, sembra uno di quei pseudo romanzetti per ragazzi con poca voglia di leggere, tratta infatti di gladiatori e soldati romani nel 69 d. C. In appendice è presente anche un glossario esplicativo dei termini latini, ai quali nel libro si fa ricorso molto spesso. Forse troppo spesso, a giudicare da perle come il disinvolto e ripetuto utilizzo di "castra" al singolare (IL castra, UN castra, per intenderci) . Per un "romanzo storico", e per la precisione che richiede, tanto basta a sconsigliarne la lettura. E a suggerire agli autori (e agli editor Piemme) un ripasso di latino, o almeno la modestia di non volerne far sfoggio a tutti i costi.