Trama Il giradischi di Tito
Negli anni Settanta la musica occidentale arriva anche nei paesi socialisti e i giradischi sono finalmente in vendita: Egon, che in quegli anni è un adolescente e vive nella Slovenia di Tito, ne vuole assolutamente uno. Purtroppo il suo desiderio si scontra con il rifiuto della madre che non comprende la sua smania ed è disperata per questo figlio vivace e poco attento alle tradizioni familiari e ai suoi dettami. A parte ciò la vita del ragazzo scorre tranquilla, insieme alla madre e alla nonna, tutta presa dal suo rapporto con gli spiriti, con cui riesce misteriosamente a comunicare; il padre invece non c'è, di lui rimangono solo le immagini di una mano e di una scarpa sfuggite alle forbici della madre che ha cercato di eliminarne ogni traccia da vecchie fotografie. Egon non smette di sognare le musiche dei T-Rex, miraggio di libertà e divertimento: mettere sul piatto i loro dischi significherebbe soprattutto conquistare Maja, di cui d'improvviso si scopre innamorato quando, pensando a lei, le lacrime iniziano a scendere irrefrenabili e non riesce a capire cosa sia a renderlo tanto sensibile.
Recensioni degli utenti
Romanzo non molto riuscito-26 marzo 2012
E' un'accozzaglia. Vorrebbe scrivere in modo surreale e grottesco, ma non essendo Augusten Burroughs o Pennac, beh, non ce la fa. Il risultato è uno stile a singhiozzo, faticoso e poco scorrevole. Quelli che dovrebbero essere personaggi sopra le righe sono solo troppo grotteschi. Leggerlo da la sensazione di incompiuto, come se si sperasse di provare adrenalina andando sugli autoscontri. Ci sono un paio di capitoli davvero gustosi, verso la fine come anche i dialoghi con Fritz, e qualche curiosa citazione musicale ma è davvero troppo poco. Peccato.
Il mondo di ieri-7 febbraio 2012
Nella Yugoslavia degli anni 70 avere un giradischi su cui ascoltare musica rock è il sogno irrealizzato per un ragazzino dodicenne. Romanzo di formazione alquanto surreale ambientato in un mondo che oggi sembra impossibile sia mai esistito. Eppure il recinto che tagliava in due Piazza Transalpina, a Gorizia, separando due blocchi mondiali, lo ricordo benissimo.