I giorni del riso e della pioggia. Dal delta del Mekong alle sorgenti del Tibet
- Editore:
Vallecchi
- Collana:
- Off the road
- Data di Pubblicazione:
- 7 ottobre 2009
- EAN:
9788884271600
- ISBN:
8884271606
- Pagine:
- 217
- Formato:
- brossura
Descrizione I giorni del riso e della pioggia. Dal delta del Mekong alle sorgenti del Tibet
Ogni viaggio è anche un percorso a ritroso, nei luoghi del passato e del presente, nei luoghi dell'anima. Il maestoso Mekong attraversa Tibet, Birmania e Thailandia, e poi ancora Laos, Cambogia e Vietnam, paesi fragili e allo stesso tempo dotati di una forza e di una sapienza antica, ormai dimenticata dal mondo occidentale. Il bagaglio esistenziale del viaggiatore si stempera nella massa d'acqua del fiume che egli sta risalendo "come un vecchio barcone incrostato di conchiglie, sabbia e antico cordame". E in questo lento andare, con quel senso di libertà che non aggiunge ma piuttosto toglie, riesce a sollevarsi dal peso di domande accumulate in un'intera esistenza. Perché tutto quello che si riesce a riportare a galla scorre a pelo d'acqua con gran facilità...
Recensioni degli utenti
Meglio di noi.......-28 marzo 2011
Questo è il terzo libro di Barbini che leggo. Terzo libro di viaggio e terza bella sorpresa, terzo modo di viaggiare. Dopo lo splendido "Caduti dal muro" veloce viaggio in treno alla ricerca del tempo politico e cerebrale, dopo il tenero e dolcissimo "Le nuvole non chiedono permesso" tranquillo viaggio a piedi e bus fra passato e futuro della gente comune ecco l'intimistico e placido viaggio su un fiume famoso, il Mekong, in barca, al contrario, dal delta alle sorgenti, come un novello esploratore. Tre modi di viaggiare diversi, con in comune la bella e sorprendente sensibilita' dell'autore. Perché sorprendente? Perché non te l'aspetti da un politico... Finalmente uno di noi! Anzi dopo averlo letto ed apprezzato... "MEGLIO" di noi.
I giorni del riso e della pioggia-4 ottobre 2010
Lento e solenne come il fiume che attraversa, Barbini ci porta nel delta del Mekong e ricostruisce le tappe di un viaggio esotico e affascinante, intriso di poesia, venato di nostalgia, in cui rimpallano momenti di stupore folkloristico ed altri di meditazione dolente sulla forza della natura e sul comportamento spesso delirante dell'uomo. I toni caldi della narrazione mi hanno donato una sensazione di ubiquità: ero a casa a leggere, certo, ma stupivo e fremevo come se ci fossi anch'io fra le terre magnifiche e sventurate del Vietnam o del Laos. Il pianto catartico con cui lo scrittore si accomiata dal lettore è pienamente coinvolgente: fortuna che ho ancora “Caduti dal muro” per riflettere e sognare.