In fuga di Jim Thompson edito da Fanucci

In fuga

Editore:

Fanucci

Traduttore:
Martini A.
Data di Pubblicazione:
4 aprile 2014
EAN:

9788834727232

ISBN:

8834727231

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Descrizione In fuga

Doc McCoy è un esperto in rapine alle banche, e ha deciso di tentare il colpo perfetto. Ma ci sono alcuni dettagli che ha tralasciato, come il fatto che Rudy Torrento, il suo complice, non è semplicemente un traditore, ma anche un folle omicida, e che sua moglie Carol deve ancora imparare a comportarsi da professionista. E, peggio ancora, ha dimenticato che quando un crimine è particolarmente sanguinoso occorre organizzare una fuga "pulita". Un viaggio dantesco nell'America sotterranea, in cui nessuna azione è disinteressata, nessuno è innocente e nessun vincolo è abbastanza sacro da non poter essere violato nel maledetto volgere di un istante. Da questo romanzo è stato tratto nel 1972 il film di Sam Peckinpah, "Getaway", con Steve McQueen e Ali MacGraw.

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5 di 5 su 1 recensione

In fuga con Steve McQueenDi s. gianfranco-22 luglio 2010

Nel 1972 la carriera di Sam Peckinpah (1925 – 1984) è a un punto morto. Uno dei tanti. Il suo ultimo film Junior Bonner è stato un fiasco, malgrado l’interpretazione di Steve McQueen, divo adorato dal pubblico americano. Sia l’attore che il regista vogliono un immediato riscatto. Da un po’, la First Artists ha comprato i diritti di The gateway di Jim Thompson (1906 – 1977), affidandone la sceneggiatura allo stesso scrittore. Il copione viene offerto a McQueen. L’attore accetta, a condizione che venga corretto il carattere del personaggio e la fine atroce del romanzo, replicata da Thompson nella sceneggiatura. Di ciò viene incaricato l’abile Walter Hill. Inoltre, McQueen vuole girare ancora con Peckinpah, che accetta con entusiasmo. La lavorazione dura due mesi, ed è forse la più tranquilla del regista, malgrado la crescente propensione all’alcol. Il film è un grande successo, tra i maggiori della carriera di McQueen, rispettando appieno anche lo scopo di Peckinpah. Ma pur essendo un prodotto mirato agli incassi, The gateway è anche un film di Peckinpah. Lo stile è inconfondibilmente il suo, nelle sequenze d’azione (uso del rallenty, montaggio frenetico, violenza iperrealistica), come pure nei momenti intimi (l’inizio nella prigione, l’incontro tra il protagonista e sua moglie). Lo è anche la tematica – l’onore tra fuorilegge, lo smarrimento del bandito in un mondo diventato più feroce di lui. A voler trovare un difetto, si deve risalire alla sceneggiatura. Nel senso che era inutile ricorrere al romanzo di Thompson. Il suo Doc McCoy è un personaggio ripugnante, che merita sino in fondo la fine riservatagli dal suo indignato creatore. Al contrario, il personaggio interpretato da McQueen è un professionista dal spiccato senso dell’onore, molto migliore di tutti coloro che gli danno la caccia. Facciamo il tifo per lui e il lieto fine (raro in Peckinpah) ci pare meritato. Grande, intramontabile film. Inimitabile, anche, come ha dimostrato il repellente remake del 1994.