La fine da cui partiamo

Londra è sommersa dalle acque e sopravvivere sembra un compito disperato. Ma due giovani, un uomo e una donna, devono cercare la salvezza per il loro bambino appena nato. La fine da cui partiamo di Megan Hunter è un appassionante ritratto futuristico di una società dove non c’è più speranza, nella quale ogni dado è stato tratto a discapito dell’uomo e della natura che è stata troppo a lungo bistrattata. È un romanzo, però, che racconta come l'amore possa darti la capacità di sopravvivere a tutto, basta crederci, basta lottare davvero. Finché a Londra la pioggia cade incessante, una giovane donna mette al mondo un bambino. Affiancata dall’uomo che ama, comprende l'impellente necessità di fuggire perché il disastro è imminente e da allora poi non ci sarà più una via di fuga. Per la nuova famiglia inizia così un pellegrinaggio da un luogo all’altro, da un rifugio ad una casa abbandonata. Le difficoltà che devono affrontare sono molte, prime tra tutte la tristezza e il senso di abbandono. Vagare nella propria città deserta e distrutta, piena di morte, con un neonato in braccio, non riesce a far proiettare la coppia in un futuro possibile per la loro creatura appena nata e per loro. Ma la donna non vuole arrendersi e sarà proprio lei a condurre tutti verso la salvezza, con una tenacia che non pensava possibile e che le appartiene solo ora che è madre. La fine da cui partiamo di Megan Hunter diventa così un monito di bellezza, di amore e di rinnovata fiducia in un futuro possibile.