Fabrizio Lupo

Un ragazzo bussa alla porta di uno scrittore nella sua casa di Firenze, dopo avergli scritto una lettera accorata. Invitato a entrare, lo sconosciuto inizia a raccontare la propria vita, una confessione nella quale trovano posto riflessioni su Dio, sui desideri della carne contrapposti a quelli dello spirito, sul sesso, ma, soprattutto, prende corpo la rivelazione della propria omosessualità. Un dramma della memoria e al tempo stesso una dolorosa quanto liberatoria confessione, che diventa anche un'opportunità di chiarezza, un fare ordine in un universo scomposto, dominato dai sensi di colpa, nel quale si afferma ancora una volta il dualismo tra misticismo e mondanità, tra corpo e anima, sanabile solo mediante l'atto estremo del suicidio.