L' estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della Costituzione di Giuseppe Filippetta edito da Feltrinelli
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L' estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della Costituzione

Editore:

Feltrinelli

Collana:
Storie
Data di Pubblicazione:
22 novembre 2018
EAN:

9788807111501

ISBN:

8807111500

Pagine:
300
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia d'Italia, Storia del 20. Secolo dal 1900 al 2000
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Descrizione L' estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della Costituzione

"Alla svolta dell'8 settembre, gli italiani vedono abbandonata in strada una divisa che è unica, anche se ha gli stessi colori e la stessa foggia di quella dei militari che se ne disfano per tornare a casa nel caos della mancanza di ordini. È una divisa che ripete e incorpora tutte le divise dell'esercito italiano e che conferisce loro il senso e la forza della sovranità statale. È la divisa del 're-soldato', che viene simbolicamente gettata sulla via Tiburtina dal finestrino della Fiat 2800 in precipitosa fuga verso l'Adriatico. Simbolicamente perché il re continua a indossarla anche a Brindisi, ma a quel punto, malgrado l'identità di fattura, non è più la stessa divisa: la divisa del re che fugge ha preso per sempre il posto di quella del re che combatte." La Resistenza, sin dai suoi inizi, è anche una guerra per la sovranità. Una guerra combattuta singolarmente da ciascun partigiano per evitare che il vuoto di potere lasciato dall'8 settembre sia occupato dalla Germania nazista. Se si guarda all'eredità della Resistenza nella Costituzione solo attraverso le lenti dei grandi partiti, il rischio è quello di dimenticare l'esperienza costituente delle bande partigiane come costellazioni di singoli sovrani. Perché la Costituzione repubblicana è il risultato di singoli processi storici e giuridici che investono un arco di tempo più vasto di quello dell'Assemblea costituente e gli ordinamenti creati nel territorio dalle bande partigiane, le zone libere e le repubbliche sono tutte esperienze dirette a creare un nuovo ordine costituzionale. Con l'aiuto di un archivio di memorie e testimonianze, Giuseppe Filippetta racconta le scelte e le avventure di chi, dopo l'8 settembre 1943, intraprende, per dirla con Calvino, la "rifondazione di sé che si attua a partire da uno stato primitivo, fuori dalla società" e costruisce con coraggio, sofferenza e magari anche un po' di ingenuità le fondamenta di uno stato non più fascista.

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4 di 5 su 1 recensione

Ottimo saggio sulla Resistenza e sull'Italia Di C. Angelo-13 maggio 2019

Ho letto e appuntato il libro con molto interesse, una risposta, diretta o indiretta, a un'altra storiografia pur di livello, per non far nomi quella di Santo Peli, che tende a minimizzare i valori e gli ideali vissuti dalla banda partigiana. Il capitolo 9, con il paragrafo "La Resistenza dentro la Costituente" con la citazione di Dossetti e Calamandrei, e 10 poi, illuminano la storia d'Italia successiva, in cui convivono la continuità e la discontinuità con il passato. Avrei preferito una distinzione fra la natura legislativa e quella propriamente costituente della banda partigiana.