Ebook I pensieri oziosi di un ozioso

I pensieri oziosi di un ozioso di Maria Rosaria Esposito I pensieri oziosi di un ozioso di Maria Rosaria Esposito Si discuteva sulla necessità o meno dell’esistenza della prefazione nei libri, e sull’uso più appropriato del tempo dedicato alla sua realizzazione che avrebbero potuto farne coloro i quali vi si dedicano, pur sapendo che il lettore fa volentieri a meno di posar l’occhio su quelle pagine. Ci si stava addentrando in una disquisizione di longevità antidiluviana della stessa, di inveterata, incancellabile tradizione, secondo la quale non è pensabile il supporre di poter dar vita a una serie di pagine consecutive, tenute insieme dal refe legatorico e dai contorcimenti dialettici dell’autore senza un degno preludio, che ne chiarifichi i moventi e ne decanti le lodi con autorevoli osanna! Sarebbe come andare all’opera e non trovare l’ouvertoure, essere scaraventati nell’apodosi senza la protasi, in un giorno senza aurora, ad una cena senza antipasto, dice una voce alla mia destra, un po’ arrochita, come proveniente da un’altra dimensione. Vorrei spiegarle che, una notte insonne e gelidi sudori m’aveva procurato il tentare di forgiarne una degna di tali presupposti e che, tuttavia, non recasse traccia del chiar di luna cui m’aveva esposto, ma che fosse amabile, fluente e veritiera. Ma può darsi che io faccia parte d’una generazione perduta, che, condannata a vagar nel nulla senza approdar a niente, ha deciso almeno, di evitare al fiducioso lettore l’immersione in un manoscritto sgocciolato di whisky e lacrime, ammesso che possa esistere un lettore disposto a intingere le sue meningi in una prefazione. Perciò, ho scelto di non prefazionarmi da sola, ma di affidare l’arduo compito a qualcuno più in alto di me, come del resto fan tutti, ed in questo sono stata grandemente e immeritatamente fortunata, ed ecco il risultato: “Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; ha scelto le cose deboli del mondo, per svergognare le forti; ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi, le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio”.