<\/p>\u00abQuesto libro non poteva uscire in un momento pi\u00f9 adatto.\u00bb \u00abLe Scienze\u00bb<\/strong> \u00a0<\/strong> \u00abUna delle conseguenze pi\u00f9 preoccupanti dei cambiamenti climatici, combinati con il degrado dell\u2019ambiente, sar\u00e0 l\u2019inasprirsi della conflittualit\u00e0 globale. Un potenziale \u201ccollasso sistemico\u201d, di cui parlano Grammenos Mastrojeni e Antonello Pasini.\u00bb Luca Mercalli, \u00abLa Stampa\u00bb<\/strong> \u00a0 \u00abDal punto di vista della ricerca scientifica i risultati recentissimi confermano e rafforzano le analisi condotte in questo libro e mostrano ancor pi\u00f9 chiaramente la gravit\u00e0 dei problemi cui ci troviamo di fronte.\u00bb Dalla nuova introduzione degli autori<\/strong> \u00a0 Continue ondate migratorie aprono scenari a cui non eravamo preparati, e paiono il preludio a esodi di interi popoli. Le aree dove questi sommovimenti si originano hanno tutte qualcosa in comune: il clima che cambia, il deserto che avanza e che sottrae terreno alle colture mettendo in ginocchio le economie locali. \u00abA tre anni dalla prima edizione di questo libro\u00bb osservano gli autori nella nuova introduzione \u00ab\u00e8 per noi una magra consolazione trovare conferma delle dinamiche preoccupanti su cui avevamo cercato di attirare l\u2019attenzione.\u00bb Il cambiamento climatico contribuisce al disagio e all\u2019aumento della povert\u00e0 di intere popolazioni, esposte pi\u00f9 facilmente ai richiami del terrorismo e del fanatismo. In tutto questo, l\u2019Italia \u00e8 in prima linea: lo sanno bene a Lampedusa. Un climatologo e un diplomatico \u2013 cos\u00ec lontani, cos\u00ec vicini \u2013 hanno preso la penna giungendo alle stesse conclusioni: se abbandoniamo i pi\u00f9 poveri al loro destino non solo facciamo finta di non capire ci\u00f2 che ci insegnano la moderna scienza del clima e l\u2019analisi geopolitica \u2013 che siamo tutti sulla stessa barca e che i problemi sono interconnessi e hanno una dinamica globale \u2013, ma lasciamo crescere un bubbone di conflittualit\u00e0 che prima o poi raggiunger\u00e0 anche noi; i primi migranti del clima lo sanno bene. Prendere coscienza dei rischi di un clima impazzito pu\u00f2 favorire un\u2019operazione di pace, integrazione e giustizia di portata inedita. \u00a0
«Questo libro non poteva uscire in un momento più adatto.» «Le Scienze» «Una delle conseguenze più preoccupanti dei cambiamenti climatici, combinati con il degrado dell’ambiente, sarà l’inasprirsi della conflittualità globale. Un potenziale “collasso sistemico”, di cui parlano Grammenos Mastrojeni e Antonello Pasini.» Luca Mercalli, «La Stampa»
«Dal punto di vista della ricerca scientifica i risultati recentissimi confermano e rafforzano le analisi condotte in questo libro e mostrano ancor più chiaramente la gravità dei problemi cui ci troviamo di fronte.» Dalla nuova introduzione degli autori
Continue ondate migratorie aprono scenari a cui non eravamo preparati, e paiono il preludio a esodi di interi popoli. Le aree dove questi sommovimenti si originano hanno tutte qualcosa in comune: il clima che cambia, il deserto che avanza e che sottrae terreno alle colture mettendo in ginocchio le economie locali. «A tre anni dalla prima edizione di questo libro» osservano gli autori nella nuova introduzione «è per noi una magra consolazione trovare conferma delle dinamiche preoccupanti su cui avevamo cercato di attirare l’attenzione.» Il cambiamento climatico contribuisce al disagio e all’aumento della povertà di intere popolazioni, esposte più facilmente ai richiami del terrorismo e del fanatismo. In tutto questo, l’Italia è in prima linea: lo sanno bene a Lampedusa. Un climatologo e un diplomatico – così lontani, così vicini – hanno preso la penna giungendo alle stesse conclusioni: se abbandoniamo i più poveri al loro destino non solo facciamo finta di non capire ciò che ci insegnano la moderna scienza del clima e l’analisi geopolitica – che siamo tutti sulla stessa barca e che i problemi sono interconnessi e hanno una dinamica globale –, ma lasciamo crescere un bubbone di conflittualità che prima o poi raggiungerà anche noi; i primi migranti del clima lo sanno bene. Prendere coscienza dei rischi di un clima impazzito può favorire un’operazione di pace, integrazione e giustizia di portata inedita.