Ebook Il Rosso e il Nero 2

Il Rosso e il Nero, pur essendo un romanzo pubblicato nel 1830 non è mai stato così attuale come in questa epoca. La scalata sociale del giovane Julien Sorel, infatti, si adatta perfettamente ad una società in cui la tecnologia e la carriera personale rischia di far perdere di vista il senso di una vita veramente vissuta: l’amore.Un romanzo ricco di riferimenti storico-politici, passi biblici e intrecci rosa a corte tra cui spicca il triangolo amoroso tra Il giovane abate Julien Sorel, la fedifraga Signora Rènal e la marchesina Mathilde La Mole.Per accattivarsi il vecchio curato Chelan, da cui dipendeva il suo futuro, aveva imparato a memoria tutto il Nuovo testamento in latinoL’azione di imparare il Nuovo Testamento a memoria non sarà che l’inizio della sua scalata sociale. La strada che il giovane protagonista percorre, infatti, è davvero lunga e apparentemente in discesa, ma dove lo condurrà?Julien lascia la falegnameria di suo padre grazie al suo talento, alla sua passione per la teologia e a quella prodigiosa memoria che gli permette di imparare tutto il Nuovo Testamento, di essere assunto come segretario in casa Renal, di entrare in seminario a Besançon, ad entrare infine in casa del marchese La Mole come segretario personale di quest’ultimo.Inizialmente, casa La Mole rappresenta per il giovane abate un nuovo traguardo, ma presto diventerà per lui un nuovo luogo di perdizione. La figlia del marchese, infatti, si innamora di lui, e dopo numerose peripezie e la decisione di allontanare da lei Julien, che non è altro che “un domestico” agli occhi dell’aristocrazia dell’’800, scopre di essere incinta, e decide di affrontare ogni ostacolo dettato dalla sua posizione sociale per sposarlo. Quando ormai il marchese sembra essersi convinto ad aiutare sua figlia e a sostenere il suo matrimonio, una lettera firmata dalla signora Renal giunge nelle mani del marchese. Cosa ci sarà scritto in quella lettera? Di sicuro le conseguenze saranno gravi e vedranno Julien protagonista di un processo dal tragico epilogo.«Chi lo sa! Forse dopo la nostra morte proviamo ancora delle emozioni» aveva detto un giorno a Fouqué. «Mi farebbe molto piacere se riuscissi a riposare, dato che è “riposare” la parola giusta da usare, in quella piccola grotta sotto la grande montagna che domina Verrières. Come ti ho già raccontato, ho passato diverse notti in quella grotta a guardare da lontano le province francesi, mentre l’ambizione infiammava il mio cuore: a quell’epoca era la mia unica passione… Ora, quella grotta mi è davvero cara e bisogna convenire con me che il posto in cui è situata farebbe invidia all’animo di un filosofo… ebbene, quei bravi congregazionisti di Besançon riescono a trarre profitto da qualsiasi cosa; se sarai in gamba, ti venderanno le mie spoglie mortali…»Saranno queste le sue ultime parole, o riuscirà ancora una volta ad usare la sua furbizia a favore del suo destino? Di sicuro, riuscirà a far riflettere i suoi lettori…