il Venerd\u00ec di Repubblica - Corrado Augias<\/b>
\u00abTuzzi scrive addirittura benissimo; offre molto e non concede quasi nulla.<\/i>\u00bb La Stampa - Mario Baudino<\/b>
\u00abTuzzi si dimostra un maestro.<\/i>\u00bb Corriere della Sera - Ranieri Polese<\/b>
\u00abTempi e spazi narrativi lussuosi, espansi, barocchi, che fanno della digressione colta la loro cifra nobiliare. Uno stupendo, straziante, eccitante tour de force.<\/i>\u00bb Elisabetta D\u2019Erme, critico letterario<\/b>
Un musicista sciupafemmine<\/strong>, Tommaso, nato nel 1966, riceve, poco dopo il suo cinquantesimo compleanno, un lascito composto da una scatola di foto e cartoline e da una chiavetta da pc con un lungo messaggio di uno scrittore nato nel 1936 e morto tragicamente da poco: Massimo. Amico dei genitori di Tommaso, Massimo segn\u00f2 alcuni snodi decisivi nella vita del ragazzo, e ora le due voci si intrecciano in un dialogo oltre il tempo e lo spazio<\/strong> dipanandosi, in un continuo slittare fra passato e presente, attraverso i pi\u00f9 disparati e inattesi argomenti: come erano organizzati i bordelli per omosessuali a Venezia al tempo di Proust? Come musicare un idillio di Leopardi? Esistono case o luoghi \u00ababitati\u00bb da spettri? <\/p>
Perch\u00e9 l\u2019uomo ha un solo pene, mentre il primo lucertolone che incontri pu\u00f2 offrire alla sua lucertola la scelta fra pi\u00f9 peni diversi per forma e colore? Un contrappunto, quello tra Massimo e Tommaso, che spazia tra gli anni Sessanta<\/strong> della falsa euforia delle feste in Costa Azzurra<\/strong> e della Roma della Dolce Vita<\/strong>, sino a una opaca Venezia invasa dal turismo di massa<\/strong>, fra discussioni sull'arte, prestazioni di cavalli da corsa e raggelanti ricordi delle atrocit\u00e0 della guerra. Una meditazione, anche, su questa nostra attuale Europa, sul nostro tempo, che rende difficile sperimentare l\u2019altrove perch\u00e9 tutto \u00e8 simile a tutto, \u00e8 in vendita e a portata di mano.<\/p>
Per la seconda volta, dopo l\u2019esordio con Vanagloria (2012), Tuzzi abbandona le vesti del giallista per una narrazione fuori dal genere<\/strong>, con una riflessione profonda su che cosa significhi vivere, su che cosa si \u00e8 amato, su ci\u00f2 che non ritorner\u00e0. Itaca \u00e8 la giovinezza, appunto, che nessuno rivedr\u00e0 pi\u00f9. Una voce forte, letteraria che ha fatto dire a Corrado Augias: \u00abTuzzi \u00e8 scrittore prima che giallista\u00bb. <\/p>","gtin":"9788833934358","mpn":"","image":"https:\/\/img2.libreriauniversitaria.it\/EIT\/280\/435\/9788833934358.jpg","name":"Ebook Nessuno rivede Itaca","offers":{"@type":"Offer","url":"https:\/\/www.libreriauniversitaria.it\/ebook\/9788833934358\/autore-hans-tuzzi\/ebook-nessuno-rivede-itaca.htm","priceCurrency":"EUR","price":9.99,"itemCondition":"https:\/\/schema.org\/NewCondition","availability":"https:\/\/schema.org\/InStock","seller":{"@type":"Organization","name":"Libreria Universitaria"}}}]
«L’ho aperto per dargli un’occhiata. In breve, ci sono caduto dentro.» il Venerdì di Repubblica - Corrado Augias
«Tuzzi scrive addirittura benissimo; offre molto e non concede quasi nulla.» La Stampa - Mario Baudino
«Tuzzi si dimostra un maestro.» Corriere della Sera - Ranieri Polese
«Tempi e spazi narrativi lussuosi, espansi, barocchi, che fanno della digressione colta la loro cifra nobiliare. Uno stupendo, straziante, eccitante tour de force.» Elisabetta D’Erme, critico letterario
Un musicista sciupafemmine, Tommaso, nato nel 1966, riceve, poco dopo il suo cinquantesimo compleanno, un lascito composto da una scatola di foto e cartoline e da una chiavetta da pc con un lungo messaggio di uno scrittore nato nel 1936 e morto tragicamente da poco: Massimo. Amico dei genitori di Tommaso, Massimo segnò alcuni snodi decisivi nella vita del ragazzo, e ora le due voci si intrecciano in un dialogo oltre il tempo e lo spazio dipanandosi, in un continuo slittare fra passato e presente, attraverso i più disparati e inattesi argomenti: come erano organizzati i bordelli per omosessuali a Venezia al tempo di Proust? Come musicare un idillio di Leopardi? Esistono case o luoghi «abitati» da spettri? Perché l’uomo ha un solo pene, mentre il primo lucertolone che incontri può offrire alla sua lucertola la scelta fra più peni diversi per forma e colore? Un contrappunto, quello tra Massimo e Tommaso, che spazia tra gli anni Sessanta della falsa euforia delle feste in Costa Azzurra e della Roma della Dolce Vita, sino a una opaca Venezia invasa dal turismo di massa, fra discussioni sull'arte, prestazioni di cavalli da corsa e raggelanti ricordi delle atrocità della guerra. Una meditazione, anche, su questa nostra attuale Europa, sul nostro tempo, che rende difficile sperimentare l’altrove perché tutto è simile a tutto, è in vendita e a portata di mano.Per la seconda volta, dopo l’esordio con Vanagloria (2012), Tuzzi abbandona le vesti del giallista per una narrazione fuori dal genere, con una riflessione profonda su che cosa significhi vivere, su che cosa si è amato, su ciò che non ritornerà. Itaca è la giovinezza, appunto, che nessuno rivedrà più. Una voce forte, letteraria che ha fatto dire a Corrado Augias: «Tuzzi è scrittore prima che giallista».