\u00abVioletta Bellocchio \u00e8 un mistero, eppure non c\u2019\u00e8 nulla di artificiale nella sua letteratura. Con una frase pu\u00f2 divertire e atterrare. La sua prima persona, nell\u2019ipertrofia italiana dell\u2019io, \u00e8 una delle pochissime a cui credo davvero.<\/i>\u00bb Luciano Funetta<\/b>
\u00abUn grande affresco che denuncia le derive del presente con una forma che si situa tra i migliori racconti di Herbert George Wells e le distopie di James G. Ballard: Violetta Bellocchio ha scritto un romanzo formidabile.<\/i>\u00bb Satisfiction - Enzo Baranelli<\/b>
\u00ab\"La festa nera\" \u00e8 stata una rinascita totale.<\/i>\u00bb TheSubmarine.it - Violetta Bellocchio<\/b>
\u00ab\"La festa nera\" ha il sapore del saldo di un debito, del pagamento di un tributo, quello che \u00e8 giusto pagare per rimanere. Un omaggio, un regalo. Infatti, nonostante la rabbia, non c\u2019\u00e8 una sola traccia di odio n\u00e9 di cattiveria nel libro. \"Hai un gran cuore e sei una donna onesta.\"<\/i>\u00bb Il Tascabile - Elisa Cuter<\/b>
\u00abUn racconto serrato di un futuro tremendamente reale e vicino, perch\u00e9 quelli siamo noi, quelli potremmo essere noi.<\/i>\u00bb Grazia.it - Giulia Caterina Trucano<\/b>
\u00abFra distopia e non-fiction portate alle estreme conseguenze, Bellocchio con una scrittura nervosa e rivelatrice costruisce un reportage dal futuro, descrivendo un'Italia post-bellica e post-verit\u00e0 in cui fioriscono le sette e in cui un tentativo di racconto documentaristico si rivela un doloroso ritratto delle contraddizioni che gi\u00e0 viviamo.<\/i>\u00bb Wired - Paolo Armelli<\/b>
\u00abQuesto di Violetta Bellocchio\u00e8 romanzo post-apocalittico un mantra distopico, diasporico, scinde noi, l\u2019atomo in cui ci siamo rinchiusi. Ed \u00e8 un libro-denuncia sulle nostre ineleganti incompetenze quotidiane. <\/i>\u00bb Il Sole 24 Ore - Mauro Garofalo<\/b>
\u00ab Scritta in stato grazia, questa storia non d\u00e0 tregua, per il ritmo della narrazione, per lo sguardo oscillante tra il disincanto, la sociopatia e l\u2019empatia, per la forza e la fragilit\u00e0 che lo rendono estremo e attualissimo.<\/i>\u00bb Libreria Trebisonda Torino<\/b>
\u00abVioletta Bellocchio ha deciso di scrivere un romanzo sulla morte e sulla fine del mondo sapendo che della morte e della fine del mondo non sappiamo nulla. Non \u00e8 finito il mondo ma la capacit\u00e0 dei protagonisti - e quindi la nostra - di guardarlo e interpretarlo, e cos\u00ec \"La festa nera\", oltre che un riuscito romanzo di fantascienza\/horror, \u00e8 la riflessione di una scrittrice di talento sui limiti della letteratura; ovvero sulla letteratura, che in fondo altro non \u00e8 che economia della scarsit\u00e0 di informazioni.<\/i>\u00bb Esquire - Stefano Piri<\/b>
\u00abVioletta Bellocchio \u00e8 brava a squarciare con l\u2019invenzione il velo presente e farci vedere cosa sar\u00e0 nel futuro.<\/i>\u00bb Soulfood - Mario De Santis<\/b>
\u00ab\u00c8 l'aria del tempo, e non \u00e8 serena per niente, ma questo \u00abreportage dal futuro\u00bb, \u201cLa festa nera\u201d, con derive da \"Cannibal Holocaust\" (1980) di Ruggero Deodato, coordinate svelate dall'autrice stessa, ha una voce nervosa e inconfondibile nell'interrogarsi sulla sete di immagini e violenza che ci plasma e incrina. <\/i>\u00bb La Lettura - Alessandro Beretta<\/b>
\u00abDei libri di Violetta Bellocchio bisognerebbe recensire prima di tutto il ritmo. \u00c8 raro che in Italia si trovi una scrittura in grado di innestare l'anima sfidante e beffarda del new journalism (quello che da noi \u00e8 stato importante gi\u00e0 adulterato dalla retorica modello Oriana Fallaci) con lo sguardo orizzontale del l'hardboiled. E invece \u00e8 chiaro se ti scegli come numi tutelari gente come Joan Didion mescolata a Elmore Leonard, sar\u00e0 probabile che i tuoi lettori si renderanno conto di avere in mano qualcosa che chiede una capacit\u00e0 di immaginare dei caratteri e delle psiche ancora non visti: una vertigine di imprevedibilit\u00e0, una moralit\u00e0 vitalissima al di l\u00e0 del bene e del male, molto lontana dell'estetizzazione morale che segna molti dei romanzi di scrittori recenti<\/i>\u00bb Tuttolibri - Christian Raimo<\/b>
\u00ab\"La festa nera\" di Violetta Bellocchio ha qualcosa che convince fin da subito ed \u00e8 ci\u00f2 che pi\u00f9 conta: la scrittura.<\/i>\u00bb Il Giornale - Andrea Caterini<\/b>
Nessuna vita \u00e8 bella come sembra, nessuna vita \u00e8 brutta come sembra: c\u2019\u00e8 una crepa in ogni singola cosa. Cercala, infilaci due dita e guarda la luce che entra. Segui quella luce fino a quando non senti di aver toccato il fondo.<\/strong><\/p>
<\/strong>\u00abVioletta Bellocchio \u00e8 un mistero, eppure non c\u2019\u00e8 nulla di artificiale nella sua letteratura. Con una frase pu\u00f2 divertire e atterrare. La sua prima persona, nell\u2019ipertrofia italiana dell\u2019io, \u00e8 una delle pochissime a cui credo davvero.\u00bb<\/strong><\/p>
Luciano Funetta<\/strong><\/em><\/p>
Dopo un terribile caso di shaming<\/em> che li ha quasi distrutti, Misha, Nicola e Ali tornano dietro la macchina da presa per raccontare il mondo in cui sopravvivono. Sono reporter, ma soprattutto sono ragazzi. Nell\u2019Italia del futuro, fare documentari \u00e8 un lavoro socialmente utile, l\u2019ultimo stadio di un\u2019umanit\u00e0 che ha scelto il tracollo come aspirazione esistenziale. L\u2019unica via di fuga \u00e8 la Val Trebbia, culla di nuove comunit\u00e0 autarchiche. Seguendo il fiume come una linea d\u2019ombra, i protagonisti incontreranno madri che venerano il dolore, uomini convinti che la donna sia un virus invincibile, hipster eremiti che ripudiano la tecnologia, famiglie integraliste che credono in un\u2019Apocalisse ormai passata di moda, un misterioso guaritore, \u201cil Padre\u201d, capace di sanare ogni malattia, a un prezzo. Usando i colori pi\u00f9 vividi del genere, Violetta Bellocchio sfiora i temi brucianti del presente illuminando la narrazione con una scrittura espressiva, caustica, mai arresa. Un racconto tragicomico che non ha paura di colpire dove fa pi\u00f9 male, mostrando il lato nascosto della violenza, quello che quando le luci rosse delle telecamere si spengono non fa pi\u00f9 notizia, la vera festa nera.<\/p>","gtin":"9788832960952","mpn":"","image":"https:\/\/img2.libreriauniversitaria.it\/EIT\/280\/095\/9788832960952.jpg","name":"Ebook La festa nera","offers":{"@type":"Offer","url":"https:\/\/www.libreriauniversitaria.it\/ebook\/9788832960952\/autore-violetta-bellocchio\/ebook-la-festa-nera.htm","priceCurrency":"EUR","price":8.99,"itemCondition":"https:\/\/schema.org\/NewCondition","availability":"https:\/\/schema.org\/OutOfStock","seller":{"@type":"Organization","name":"Libreria Universitaria"}}}]
«Violetta Bellocchio è un mistero, eppure non c’è nulla di artificiale nella sua letteratura. Con una frase può divertire e atterrare. La sua prima persona, nell’ipertrofia italiana dell’io, è una delle pochissime a cui credo davvero.» Luciano Funetta
«Un grande affresco che denuncia le derive del presente con una forma che si situa tra i migliori racconti di Herbert George Wells e le distopie di James G. Ballard: Violetta Bellocchio ha scritto un romanzo formidabile.» Satisfiction - Enzo Baranelli
«"La festa nera" è stata una rinascita totale.» TheSubmarine.it - Violetta Bellocchio
«"La festa nera" ha il sapore del saldo di un debito, del pagamento di un tributo, quello che è giusto pagare per rimanere. Un omaggio, un regalo. Infatti, nonostante la rabbia, non c’è una sola traccia di odio né di cattiveria nel libro. "Hai un gran cuore e sei una donna onesta."» Il Tascabile - Elisa Cuter
«Un racconto serrato di un futuro tremendamente reale e vicino, perché quelli siamo noi, quelli potremmo essere noi.» Grazia.it - Giulia Caterina Trucano
«Fra distopia e non-fiction portate alle estreme conseguenze, Bellocchio con una scrittura nervosa e rivelatrice costruisce un reportage dal futuro, descrivendo un'Italia post-bellica e post-verità in cui fioriscono le sette e in cui un tentativo di racconto documentaristico si rivela un doloroso ritratto delle contraddizioni che già viviamo.» Wired - Paolo Armelli
«Questo di Violetta Bellocchioè romanzo post-apocalittico un mantra distopico, diasporico, scinde noi, l’atomo in cui ci siamo rinchiusi. Ed è un libro-denuncia sulle nostre ineleganti incompetenze quotidiane. » Il Sole 24 Ore - Mauro Garofalo
« Scritta in stato grazia, questa storia non dà tregua, per il ritmo della narrazione, per lo sguardo oscillante tra il disincanto, la sociopatia e l’empatia, per la forza e la fragilità che lo rendono estremo e attualissimo.» Libreria Trebisonda Torino
«Violetta Bellocchio ha deciso di scrivere un romanzo sulla morte e sulla fine del mondo sapendo che della morte e della fine del mondo non sappiamo nulla. Non è finito il mondo ma la capacità dei protagonisti - e quindi la nostra - di guardarlo e interpretarlo, e così "La festa nera", oltre che un riuscito romanzo di fantascienza/horror, è la riflessione di una scrittrice di talento sui limiti della letteratura; ovvero sulla letteratura, che in fondo altro non è che economia della scarsità di informazioni.» Esquire - Stefano Piri
«Violetta Bellocchio è brava a squarciare con l’invenzione il velo presente e farci vedere cosa sarà nel futuro.» Soulfood - Mario De Santis
«È l'aria del tempo, e non è serena per niente, ma questo «reportage dal futuro», “La festa nera”, con derive da "Cannibal Holocaust" (1980) di Ruggero Deodato, coordinate svelate dall'autrice stessa, ha una voce nervosa e inconfondibile nell'interrogarsi sulla sete di immagini e violenza che ci plasma e incrina. » La Lettura - Alessandro Beretta
«Dei libri di Violetta Bellocchio bisognerebbe recensire prima di tutto il ritmo. È raro che in Italia si trovi una scrittura in grado di innestare l'anima sfidante e beffarda del new journalism (quello che da noi è stato importante già adulterato dalla retorica modello Oriana Fallaci) con lo sguardo orizzontale del l'hardboiled. E invece è chiaro se ti scegli come numi tutelari gente come Joan Didion mescolata a Elmore Leonard, sarà probabile che i tuoi lettori si renderanno conto di avere in mano qualcosa che chiede una capacità di immaginare dei caratteri e delle psiche ancora non visti: una vertigine di imprevedibilità, una moralità vitalissima al di là del bene e del male, molto lontana dell'estetizzazione morale che segna molti dei romanzi di scrittori recenti» Tuttolibri - Christian Raimo
«"La festa nera" di Violetta Bellocchio ha qualcosa che convince fin da subito ed è ciò che più conta: la scrittura.» Il Giornale - Andrea Caterini
Nessuna vita è bella come sembra, nessuna vita è brutta come sembra: c’è una crepa in ogni singola cosa. Cercala, infilaci due dita e guarda la luce che entra. Segui quella luce fino a quando non senti di aver toccato il fondo.«Violetta Bellocchio è un mistero, eppure non c’è nulla di artificiale nella sua letteratura. Con una frase può divertire e atterrare. La sua prima persona, nell’ipertrofia italiana dell’io, è una delle pochissime a cui credo davvero.»Luciano FunettaDopo un terribile caso di shaming che li ha quasi distrutti, Misha, Nicola e Ali tornano dietro la macchina da presa per raccontare il mondo in cui sopravvivono. Sono reporter, ma soprattutto sono ragazzi. Nell’Italia del futuro, fare documentari è un lavoro socialmente utile, l’ultimo stadio di un’umanità che ha scelto il tracollo come aspirazione esistenziale. L’unica via di fuga è la Val Trebbia, culla di nuove comunità autarchiche. Seguendo il fiume come una linea d’ombra, i protagonisti incontreranno madri che venerano il dolore, uomini convinti che la donna sia un virus invincibile, hipster eremiti che ripudiano la tecnologia, famiglie integraliste che credono in un’Apocalisse ormai passata di moda, un misterioso guaritore, “il Padre”, capace di sanare ogni malattia, a un prezzo. Usando i colori più vividi del genere, Violetta Bellocchio sfiora i temi brucianti del presente illuminando la narrazione con una scrittura espressiva, caustica, mai arresa. Un racconto tragicomico che non ha paura di colpire dove fa più male, mostrando il lato nascosto della violenza, quello che quando le luci rosse delle telecamere si spengono non fa più notizia, la vera festa nera.