\u00abPersonagi autentici e storie schiette. Vitali guida il lettore tra pagine dove va in scena la vita.<\/i>\u00bb Il Piccolo - Francesco Tagliabue<\/b>
Una sola lettera e anche il terzo segretario bellanese del partito finirebbe nel ridicolo.<\/em><\/p>
Le rive del lago di Como sono punteggiate di paesi e paesini accomodati ai piedi delle montagne dove non succede granch\u00e9. Tranne a Bellano. Nell'ultimo anno e mezzo circa, il Federale del fascio ha dovuto sostituire gi\u00e0 due segretari della sezione locale del partito. Il primo a saltare \u00e8 stato Bortolo Piazzacampo, detto Tartina, per una vicenda legata alle bizzarrie di un toro chiamato Benito in cui il Tartina si \u00e8 distinto per insipienza. Il secondo \u00e8 stato Aurelio Trovatore, che ha deciso di accasarsi in quel di Castellanza preferendo l'amore al destino fatale della patria fascista. Ora ha nominato tale Caio Scafandro, un pezzo d'uomo che usa le mani larghe come badili per far intendere le proprie ragioni. Avr\u00e0 la forza d'animo, visto che quella fisica non difetta, per mantenere l'incarico? Perch\u00e9 nel passato dello Scafandro qualche fantasma c'\u00e8. E pi\u00f9 di uno lo sa. Basterebbe una parolina sussurrata all'orecchio del Federale e anche il terzo segretario del fascio di Bellano farebbe la fine dei precedenti. Per questo, lo Scafandro ha preso le sue contromisure senza preoccuparsi di sconfinare in quel territorio dell'illegalit\u00e0 presidiato dalle forze dell'ordine. E l\u00ec appunto si trova il maresciallo Ernesto Maccad\u00f2. Fresco padre di Rocco, il suo primogenito, la mattina del 20 novembre 1929 il maresciallo scampa per un pelo a una disgrazia per via di un oggetto metallico scaraventato gi\u00f9 in contrada da un potenziale assassino. E chi sar\u00e0 mai quell'imbecille? Nessuno scrive al Federale <\/em>riporta in scena il maresciallo Ernesto Maccad\u00f2. Nel paese in cui \u00e8 stato inviato insieme alla sua Maristella come fossero due marziani, ora si sente sempre pi\u00f9 a casa, soprattutto con l'arrivo del primo figlio. Ma Bellano, visto da cos\u00ec vicino, \u00e8 tutt'altro che un luogo tranquillo. E non \u00e8 facile scacciare il pensiero che vi regni una certa follia.<\/p>","gtin":"9788811818281","mpn":"","image":"https:\/\/img2.libreriauniversitaria.it\/EIT\/280\/828\/9788811818281.jpg","name":"Ebook Nessuno scrive al Federale","offers":{"@type":"Offer","url":"https:\/\/www.libreriauniversitaria.it\/ebook\/9788811818281\/autore-andrea-vitali\/ebook-nessuno-scrive-al-federale.htm","priceCurrency":"EUR","price":4.99,"itemCondition":"https:\/\/schema.org\/NewCondition","availability":"https:\/\/schema.org\/InStock","seller":{"@type":"Organization","name":"Libreria Universitaria"}}}]
«Personagi autentici e storie schiette. Vitali guida il lettore tra pagine dove va in scena la vita.» Il Piccolo - Francesco Tagliabue
Una sola lettera e anche il terzo segretario bellanese del partito finirebbe nel ridicolo.Le rive del lago di Como sono punteggiate di paesi e paesini accomodati ai piedi delle montagne dove non succede granché. Tranne a Bellano. Nell'ultimo anno e mezzo circa, il Federale del fascio ha dovuto sostituire già due segretari della sezione locale del partito. Il primo a saltare è stato Bortolo Piazzacampo, detto Tartina, per una vicenda legata alle bizzarrie di un toro chiamato Benito in cui il Tartina si è distinto per insipienza. Il secondo è stato Aurelio Trovatore, che ha deciso di accasarsi in quel di Castellanza preferendo l'amore al destino fatale della patria fascista. Ora ha nominato tale Caio Scafandro, un pezzo d'uomo che usa le mani larghe come badili per far intendere le proprie ragioni. Avrà la forza d'animo, visto che quella fisica non difetta, per mantenere l'incarico? Perché nel passato dello Scafandro qualche fantasma c'è. E più di uno lo sa. Basterebbe una parolina sussurrata all'orecchio del Federale e anche il terzo segretario del fascio di Bellano farebbe la fine dei precedenti. Per questo, lo Scafandro ha preso le sue contromisure senza preoccuparsi di sconfinare in quel territorio dell'illegalità presidiato dalle forze dell'ordine. E lì appunto si trova il maresciallo Ernesto Maccadò. Fresco padre di Rocco, il suo primogenito, la mattina del 20 novembre 1929 il maresciallo scampa per un pelo a una disgrazia per via di un oggetto metallico scaraventato giù in contrada da un potenziale assassino. E chi sarà mai quell'imbecille? Nessuno scrive al Federale riporta in scena il maresciallo Ernesto Maccadò. Nel paese in cui è stato inviato insieme alla sua Maristella come fossero due marziani, ora si sente sempre più a casa, soprattutto con l'arrivo del primo figlio. Ma Bellano, visto da così vicino, è tutt'altro che un luogo tranquillo. E non è facile scacciare il pensiero che vi regni una certa follia.