Denaro, navi e mercanti a Venezia (1200-1600) di Jean-Claude Hocquet edito da Il Veltro

Denaro, navi e mercanti a Venezia (1200-1600)

Editore:

Il Veltro

Data di Pubblicazione:
1999
EAN:

9788885015364

ISBN:

8885015360

Pagine:
339
Argomento:
Storia regionale e nazionale
Acquistabile con la

Descrizione Denaro, navi e mercanti a Venezia (1200-1600)

L'autore presenta in questo libro una testimonianza della sua riflessione sulla storia dell'economia e della società veneziane. Dal XIII al XVI secolo Venezia proseguiva una politica d'egemonia nel Mediterraneo e nell'Italia padana e resisteva a potenti imperi e a coalizioni europee. Come si era formata una tale potenza politica, economica e militare? Gli introiti del sale, gestiti dalla "Camera del sale" con funzioni di banca pubblica e destinati al finanziamento della guerra, al pagamento degli interessi e all'ammortamento del debito pubblico, hanno contribuito all'espansione e poi alla conservazione dello Stato.

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RECENSIONEDi T. FRANCO-26 luglio 2008

L'Autore, direttore di ricerca al Centro Nazionale della Ricerca Scientifica di Parigi e direttore del Laboratorio di storia dell'Università di Lilla, presenta in questo libro, tradotto dal manoscritto originale in lingua francese, una testimonianza della sua riflessione sulla storia dell'economia e della società veneziane. Dal XIII al XVI secolo Venezia proseguiva una politica di egemonia nel Mediterraneo e nell'Italia padana e resisteva a potenti imperi e a coalizioni europee. Come si era formata una tale potenza politica, economica e militare? Gli introiti del sale, gestiti dalla «Camera del sale» con funzioni di banca pubblica e destinati al finanziamento della guerra, al pagamento degli interessi e all'ammortamento del debito pubblico, hanno contribuito all'espansione e poi alla conservazione dello Stato. Nell'ambito dello Stato regionale, creato all'inizio del Rinascimento, Venezia non ha rinunciato a nessuna delle sue prerogative medievali di città-Dominante, capitale dello Stato, e non ha voluto concederne il beneficio alle popolazioni annesse del Dominio. Ogni città ha conservato le sue istituzioni municipali. La Repubblica è rimasta un mosaico di civitates. La Repubblica mercantile, sempre occupata a proteggere e accrescere la mercanzia e gli investimenti economici, a trattare con riguardo i detentori del capitale mobiliare e mercantile, tentò con successo di raggiungere l'unità fiscale dei diversi territori. La sua fiscalità, che colpiva più i beni che le persone, seppe adattarsi al cambiamento economico: a una prima fase, in cui dominavano le dogane (dazi) e la tassa sulle transazioni mercantili, succedeva, con la crisi dei traffici, un assetto nuovo che predilesse il prelievo sulla proprietà terriera e la produzione agricola. Il sale aveva a Venezia finalità commerciali della massima importanza. Le importazioni di sale ammortizzavano i costi di navigazione delle grosse navi armate, riducevano il tasso dei noli richiesti ai mercanti per le altre merci e sovvenzionavano la marina. Prestiti finanziati dalla «Camera del sale», rimborsati sui trasporti di sale da Cipro e da Ibiza, incoraggiavano la costruzione navale. Nel XV secolo fu perfezionata la grande nave, che, migliorando le qualità nautiche e la produttività del trasporto marittimo, accelerava le rotazioni e riduceva gli equipaggi. Venezia riuscì a conservare le proprie posizioni strategiche sulle rotte commerciali mediterranee, ma perse il ruolo egemonico di monopolio, che si fondava su tre pilastri: il monopolio pressoché totale nell'acquisto delle spezie e il primato dei suoi mercanti ad Alessandria; le galee dello Stato messe a disposizione esclusiva dei mercanti nobili; il monopolio del trasporto del sale. Alla fine del XVI secolo il porto di Venezia conobbe una attività mai vista, ma l'essenziale degli scambi era ormai appannaggio dei mercanti stranieri e delle loro navi. Nel momento in cui i mercanti veneziani rinunciarono alle proprie iniziative, la città affrontò un nuovo mutamento, procedendo all'industrializzazione e alla bonifica agricola. Da chi erano costituite le élites a Venezia e chi occupava il rango primario nella città mercantile? Chi monopolizzava il potere, la fortuna e le ricchezze nello Stato patrizio che andava formandosi nel XVI secolo? Quali erano le forme di potere economico , sociale e politico, e come veniva esercitato il potere? Come si riproducevano le élites e come perpetuavano il loro modo di vivere? I Veneziani privilegiavano alcune forme collettive di proprietà, dovute non tanto alla paura dei rischi da affrontare, quanto alla necessità di riunire i capitali necessari per l'attività imprenditoriale. Lo Stato aveva un ruolo importante nella salvaguardia delle solidarietà; esso rappresentava il bene comune di tutti e consentiva ad alcuni rami nobili impoveriti di vivere soprattutto degli stipendi legati alle cariche pubbliche. La serrata del Maggior Consiglio aveva definito i confini della nobiltà, che si riservava, oltre alle magistrature, gli armamenti marittimi e il diritto di concorrere in esclusiva agli appalti delle galere destinate ai viaggi. I saggi raccolti nel volume costituiscono un'opera davvero unica per quanto concerne alcuni aspetti originali e trascurati della storia di Venezia. Franco Tagliarini