La cura del freddo. Come uno spietato killer naturale può diventare una risorsa per il futuro

Per l’uomo la vita è calore. Questa verità è per noi così forte e significativa che ne associamo anche gli opposti: la morte è fredda. Per gran parte della sua esistenza l’uomo ha combattuto contro il freddo, forse l’avversario più subdolo che la natura gli abbia opposto e che nei secoli lo ha falcidiato sui campi di battaglia, o nel tentativo di vincere le montagne dell’Himalaya. Alcune persone però sono state in grado di sopravvivere in condizioni di freddo estremo, avvicinandosi al confine che separa la vita dalla morte fin quasi a toccarlo, ma restando in grado di tornare indietro. Cosa c’è alla base di questa straordinaria capacità di sopravvivenza? Non lo sappiamo ancora, ma da circa due secoli abbiamo imparato che il freddo, se domato e controllato, può trasformarsi in una cura, non diversamente da un farmaco che salva la vita o uccide in funzione del suo dosaggio. L’uso dell’ipotermia come strategia medica è stato quindi il naturale sviluppo della transizione alla medicina scientifica. Ma oggi ci stiamo spingendo oltre. Stiamo cercando di utilizzare il freddo per raggiungere una nuova frontiera: l’esplorazione dello spazio profondo con, sullo sfondo, la prospettiva dell’immortalità.