Cronistoria di un pensiero infame
- Editore:
Baldini + Castoldi
- Collana:
- Le boe
- Data di Pubblicazione:
- 13 settembre 2018
- EAN:
9788893881524
- ISBN:
8893881527
- Pagine:
- 109
- Formato:
- rilegato
- Argomenti:
- Studi sui mezzi di comunicazione di massa, Struttura e processi politici
Descrizione Cronistoria di un pensiero infame
Dal giugno scorso nel Mediterraneo è in atto un braccio di ferro sul problema dei migranti, che vede in prima linea l’Italia e il suo nuovo governo con provvedimenti severi e contraddittori: chiusura dei porti italiani e messa in discussione delle regole stesse della navigazione e del salvataggio in mare. Chi vincerà questo scontro ancora non si sa. Sicuramente chi ne fa le spese, gli sconfitti insomma, sono centinaia di esseri umani che continuano a essere seviziati nelle prigioni libiche e a naufragare privi di soccorso, oltretutto coperti dalla derisione di una parte dell’opinione pubblica italiana («Buon appetito ai pesci!») che ormai si sente autorizzata a sfogare liberamente tutto il proprio rancore. Mentre era in corso la prima di queste emergenze, il caso della nave Aquarius e dei naufraghi che aveva a bordo, respinti dall’Italia per ragioni di propaganda elettorale e costretti a girovagare per il Mediterraneo in burrasca, Edoardo Albinati ha scioccato l’opinione pubblica affermando: «Ho desiderato che su quella nave morisse qualcuno, morisse un bambino», così quel gioco cinico sarebbe stato interrotto. Questo infatti può accadere, una tragedia, quando si mette a repentaglio la vita altrui per puro opportunismo politico. Ora Albinati, guardando oltre gli schieramenti politici, in un pamphlet a tratti molto duro ma a tratti anche divertente, che non fa sconti a nessuno a partire dal suo stesso autore, cerca di scavare ulteriormente nelle ragioni nascoste di quel suo pensiero infame, così come in tutte le altre forme di cinismo che oggi circolano a piede libero nel nostro Paese e nel mondo giustificando malefatte di ogni tipo (chiudere bambini in gabbia nel nome della «sicurezza»): per portare cioè alla luce la parte oscura, informe, demoniaca, che è in noi e ci fa diventare spietati, e rischiararla almeno un poco affinché impariamo a dominarla.