Cronache dalle terre di Scarciafratta

Remo Rapino, già Premio Campiello con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, ritorna a raccontare la periferia con Cronache di Scarciafratta, paese immaginario del Sud. Lì dove lo sguardo si perde arriva l’umanità, contrita, rattrappita, mai davvero convinta del suo percorso. Rapino racconta un secolo di storia e lo fa da una periferia esistenziale, dando voce a quelli che non ce l’hanno, agli ultimi della fila, agli emarginati. A Scarciafratta è così e la distanza dalla vita sembra essere una normalità. Esistenze che rifuggono da una prospettiva frontale quelle che, casualmente, s’incontrano in queste pagine. Remo Rapino è così molto abile a creare presenze dal taglio obliquo e sfuggente. Insieme vengono riunite queste vite minime che a Scarciafratta trovano conforto nell’essere omogenee e nel trovare terreno comune nella quotidianità. Cronache di Scarciafratta diventa così un respiro unico, un monito a rimanere là dove si è. Rapino lo fa con la consueta abilità di scrittura, con un gemito artistico liberatorio.