La costruzione dell'identità infantile attraverso le fashion dolls

Pur volendo sorvolare sui difetti di impaginazione (mancata giustificazione del testo in vari punti, mancanza di alcune lettere maiuscole dopo il punto, ecc.) oppure sui veri e propri errori di ortografia (da senza accento quando è terza persona del verbo dare a p. 39, và con accento terza persona di andare p. 103, ecc.) che, seppure non si voglia parlare di vera e propria ignoranza degli autori, per lo meno giustificano l'accusa di trascuratezza nella revisione del testo e quindi mancanza di rispetto verso il lettore, questo libro pecca, a mio parere, di una genericità e di una trascurataggine senza pari. La prima parte vorrebbe fornire i presupposti teorico-scientifici a una ricerca sul campo effettuata in alcune scuole romane sulla tematica delle fashion dolls, che è descritta nella parte finale del testo. Ma né la prima parte, né la seconda offrono vero spazio all'accuratezza scientifica, alla panoramica sulle ricerche fatte nel campo in esame (se non nelle citazioni lunghissime di testi di altri autori che si susseguono per pagine e pagine e che fanno pensare che forse sarebbe stato il caso di comprare direttamente quei testi), alla trattazione veramente critica dei dati emersi dalla ricerca. Una ricerca, poi, che ha anch'essa una grande carenza di metodo scientifico, sia nella sua impostazione, sia nel trattamento e nell'esposizione dei dati (scarsissimi) ottenuti.