Descrizione Cortigiane. Sedici donne fatali dell'Ottocento
Erano belle, intelligenti e audaci. Avevano ai loro piedi non solo grandi scrittori e poeti, musicisti e pittori (da Baudelaire a Rugo, da Dumas a Flaubert, da Liszt a Rossini, da Ma-net a Courbet) ma anche potenti politici, che nei loro salotti colti, brillanti e spregiudicati imbastivano strategie trasversali. E giornalisti, naturali alleati di chi voglia e sappia creare un'immagine. Le chiamavano cortigiane, anche se non appartenevano in realtà a nessuna corte. Secondo alcuni erano prostitute. Secondo altri erano "agenti di Borsa con il seno". Cambiare spesso finanziatore era forse l'unica forma di indipendenza concessa dal secolo borghese a chi non aveva collocazione sociale, nascendo nel sesso debole, oltre che in povertà. La Signora delle camelie, Thérèse de Paiva, Alice Ozy, Lola Montez, Mogador, Gora Pearl, Giulia Barucci non vendevano solo i loro corpi, ma anche la gioia di vivere, lo smalto della conversazione, il prestigio dei loro inviti, la capacità di movimentare ogni incontro. Avevano lo spirito, il denaro e la celebrità, uscivano coperte di perle e camelie, di rose e diamanti.
Recensioni degli utenti
Una storia volte sedici-30 agosto 2010
Una lettura interessante, ma anzichè sedici storie diverse, mi ha dato la sensazione di leggere per sedici volte la stessa storia. Stessa "location", la peccaminosa Parigi del diciannovesimo secolo, stesso giro di personalità che frequentano l'etera di turno, stessa origine popolare di questa, seguita da una fortunata ascesa ai lussi e da una fine in miseria... le vite di queste donne finiscono per assomigliarsi tutte, quando non per intrecciarsi. A questo punto avrei preferito un filo narrativo unico. Almeno non ci sarebbe stato bisogno di rileggere in tre o quattro biografie diverse che il principe Napoleone era chiamato Plon Plon o che il principe d'Orange era noto con l'appellativo di Citron.
Le donne e gli amori-27 luglio 2010
Un bellissimo viaggio fra i ritratti di sedici donne che in quella Francia di Napoleone III, della Comune e della Belle Epoque si resero artefici della propria fortuna e al contempo fecero la disgrazia di più di qualche amante. Fra le molte donne descritte alcuni nomi restano inevitabilmente più memorabili di altri: è questo il caso di Lola Montez così come di Therese de Paiva o della vera signora delle camelie che ha ispirato il romanzo.