Alla corte del nonno masticando liquirizia di Mela Mondì Sanò edito da Agemina Edizioni

Alla corte del nonno masticando liquirizia

Edizione:
3
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2010
EAN:

9788895555256

ISBN:

8895555252

Pagine:
328
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4 di 5 su 2 recensioni

Alla corte del nonno masticando liquiriziaDi r. Travis-2 settembre 2011

Nonostante tutte le riserve sul passato dell'autore andrebbe letto comunque, trattasi di una serie di affreschi di pregevolissima fattura che ci introducono in un mondo di rara bellezza, con questa valle che degrada verso il mare, colorata dai frutti degli aranci, assopita nelle giornate torride d'estate, sconvolta ogni tanto da furiosi temporali. Viene voglia di andarci subito per vedere con i nostri occhi, per toccare con mano, per lasciarsi inebriare dal profumo intenso delle zagare. Ma il vero tema dell'opera non è il paesaggio, pur se importante nella struttura, rappresentando di fatto la tela su cui l'autore ha trascritto la vicenda. Questo libro, in effetti, vuole parlare dei profondi sconvolgimenti avvenuti in poco tempo in una società immobile da secoli, di stampo quasi feudale, in cui i nobili erano tutto, mentre gli altri, i cafoni, erano allineati sul gradino più basso di una scala che impediva loro di risalire. Il tutto avviene, nel racconto della protagonista isabella, in un arco di pochi anni, all'incirca fra il 1930 e il 1960, con in mezzo una guerra che non poco ha pesato in questo stravolgimento. Per parlare degli altri occorre prima guardare dentro di sé ed è quello che avviene per il personaggio principale che rivede fatti, uomini, donne con il filtro della memoria, forse un po' sbiadita, ma sempre volta a comprendere i perché di tante cose. E' quasi una saga familiare, con la figura carismatica del vecchio nonno, un patriarca di nobile lignaggio che tiene apparentemente i fili del tutto, ma nella consapevolezza che il mondo da cui viene inevitabilmente è destinato a finire. In questa famiglia i vari componenti sembrano un blocco compatto, ma presi uno a uno rivelano le piccolezze degli uomini, gli egoismi schermati da un formalismo di maniera. Lei, Isabella, è l'ultima generazione ed ha come riferimento una madre contessa, mentre il padre, avvocato, ha come genitori dei cafoni. E' estremamente simbolico questo, perché rivela una caratteristica che è propria di quel periodo di tempo, a cui la guerra e il primo dopoguerra hanno contribuito in modo determinante. Con Isabella avviene un passaggio dal mondo feudale, già incrinato dal matrimonio fra un plebeo e una nobile, a una modernità che dà vita a un ceto medio, relegando a un mondo di ricordi la nobiltà. Mela Mondì racconta e si racconta, riflette, ci offre una figura di nonno di grande rilievo, nella sua complessità, un uomo di grande cultura, tutto teso a mantenere unita la famiglia con i suoi privilegi, ma anche attento a cogliere il passaggio del tempo, a tendere la mano o a mostrare i pugni, a stare con un piede nel passato e con l'altro nel presente. Pagina dopo pagina è anche una continua ricerca della verità, per sapere delle proprie origini, ma le verità, sulla scia del pensiero di Luigi Pirandello, sono tante e alla fine si riveleranno tutte false con la scoperta di un fatto di grande rilievo e di cui voglio tacere, per non togliere il piacere della lettura. Ne risulta un romanzo di grande fascino, che, al di là della vicenda, è un'approfondita analisi sociologica, con elementi anche filosofici, una fusione di strumenti in grado di dare risposte alle inevitabili domande che l'autore e il lettore finiscono con l'imporsi.

La ricerca della veritàDi M. Renzo-14 dicembre 2008

Varrebbe la pena di leggere questo romanzo almeno per la descrizione del paesaggio nebroideo, una serie di affreschi di pregevolissima fattura che ci introducono in un mondo di rara bellezza, con questa valle che degrada verso il mare, colorata dai frutti degli aranci, assopita nelle giornate torride d'estate, sconvolta ogni tanto da furiosi temporali. Viene voglia di andarci subito per vedere con i nostri occhi, per toccare con mano, per lasciarsi inebriare dal profumo intenso delle zagare. Ma il vero tema dell'opera non è il paesaggio, pur se importante nella struttura, rappresentando di fatto la tela su cui l'autore ha trascritto la vicenda. Questo libro, in effetti, vuole parlare dei profondi sconvolgimenti avvenuti in poco tempo in una società immobile da secoli, di stampo quasi feudale, in cui i nobili erano tutto, mentre gli altri, i cafoni, erano allineati sul gradino più basso di una scala che impediva loro di risalire. Il tutto avviene, nel racconto della protagonista isabella, in un arco di pochi anni, all'incirca fra il 1930 e il 1960, con in mezzo una guerra che non poco ha pesato in questo stravolgimento. Per parlare degli altri occorre prima guardare dentro di sé ed è quello che avviene per il personaggio principale che rivede fatti, uomini, donne con il filtro della memoria, forse un po' sbiadita, ma sempre volta a comprendere i perché di tante cose. E' quasi una saga familiare, con la figura carismatica del vecchio nonno, un patriarca di nobile lignaggio che tiene apparentemente i fili del tutto, ma nella consapevolezza che il mondo da cui viene inevitabilmente è destinato a finire. In questa famiglia i vari componenti sembrano un blocco compatto, ma presi uno a uno rivelano le piccolezze degli uomini, gli egoismi schermati da un formalismo di maniera. Lei, Isabella, è l'ultima generazione ed ha come riferimento una madre contessa, mentre il padre, avvocato, ha come genitori dei cafoni. E'estremamente simbolico questo, perché rivela una caratteristica che è propria di quel periodo di tempo, a cui la guerra e il primo dopoguerra hanno contribuito in modo determinante. Con Isabella avviene un passaggio dal mondo feudale, già incrinato dal matrimonio fra un plebeo e una nobile, a una modernità che dà vita a un ceto medio, relegando a un mondo di ricordi la nobiltà. Mela Mondì racconta e si racconta, riflette, ci offre una figura di nonno di grande rilievo, nella sua complessità, un uomo di grande cultura, tutto teso a mantenere unita la famiglia con i suoi privilegi, ma anche attento a cogliere il passaggio del tempo, a tendere la mano o a mostrare i pugni, a stare con un piede nel passato e con l'altro nel presente. Pagina dopo pagina è anche una continua ricerca della verità, per sapere delle proprie origini, ma le verità, sulla scia del pensiero di Luigi Pirandello, sono tante e alla fine si riveleranno tutte false con la scoperta di un fatto di grande rilievo e di cui voglio tacere, per non togliere il piacere della lettura. Ne risulta un romanzo di grande fascino, che, al di là della vicenda, è un'approfondita analisi sociologica, con elementi anche filosofici, una fusione di strumenti in grado di dare risposte alle inevitabili domande che l'autore e il lettore finiscono con l'imporsi.