Contro il giorno di Thomas Pynchon edito da Einaudi
Alta reperibilità

Contro il giorno

Editore:

Einaudi

Traduttore:
Bocchiola M.
Data di Pubblicazione:
15 maggio 2020
EAN:

9788806244194

ISBN:

8806244191

Pagine:
1152
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Contro il giorno

«Questo romanzo è ambientato negli anni che vanno dal 1893 all'immediato primo dopoguerra. E si muove tra la Chicago dell'Esposizione Mondiale, Londra, Gottinga, Venezia, la Siberia, il Messico della rivoluzione, Hollywood e anche alcuni luoghi che non si trovano sulle mappe. I personaggi sono anarchici, aviatori, avventurieri, magnati, tossici, innocenti e decadenti, scienziati pazzi, sciamani, spie e killer. Fanno anche una fugace apparizione speciale Nikola Tesla, Bela Lugosi e Groucho Marx. Tutti abitano un'era in cui domina l'incertezza, e cercano in qualche modo di raccappezzarsi nelle proprie vite. A volte riuscendoci a volte no. L'autore del libro intanto si comporta come suo solito. Ogni tanto fa cantare loro all'improvviso canzoni stupide, li infila in situazioni promiscue e fa accadere eventi improbabili. Descrivendo il mondo non così com'è ma come potrebbe essere con appena qualche ritocco. Che secondo alcuni è uno degli scopi principali della letteratura. Ma lasciamo che siano i lettori, ormai avvisati, a giudicare. Buona fortuna». (Thomas Pynchon)

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4 di 5 su 3 recensioni

Contro il giornoDi a. marco-14 luglio 2011

E' un librone sorprendente, che se anche un'opera minore dell'autore, lo consiglio. Certo l'Arcobaleno aveva tutto il fascino della novità, ma se non altro lo stile di Pynchon nel frattempo si è fatto ancor più prezioso e raffinato. Se il Mason Dixon si è inventato un inglese del Settecento riveduto e aggiornato per la fine del II millennio, qui lo scrittore si cimenta (non so fino a che punto si possa cogliere in traduzione) in un inglese vittoriano anche questo riveduto e aggiornato, e già questo sarebbe un tour de force spettacolare. Inoltre: il romanzo è uno strano mix di western, fantascienza alla Wells e Verne, romanzo d'appendice, melodramma, e in questo strano ibrido parla della Jugoslavia, dell'11 Settembre, della Guerra del Golfo, e di tante altre cose. Va preso per quel che è, una grande fantasmagoria di un secolo passato (l'Ottocento) che profetizza il secolo a venire (questo, il ventunesimo) . Non sarà il massimo che Pynchon ha saputo dare, ma la seconda scelta di questo scrittore è sempre al di sopra del meglio di tanti altri...

Da leggere.Di F. Annapaola-31 luglio 2010

Allora, secondo me il nocciolo del romanzo è da ricercarsi proprio nel titolo, contro il giorno, ovvero contro il mondo nel suo aspetto costrittivo, inevitabile; contro l'inevitabilità di ciò che ci opprime o semplicemente ci attende. Il termine "giorno" è usato in questa accezione per tutto il libro e questa lotta è forse l'unico elemento unificante di un romanzo che altrimenti è davvero difficile, se non impossibile ridurre a una qualsivoglia sorta di unità. L'altro elemento è la giocosità. In questo viaggio contro il giorno sembra che Pynchon si sia messo in testa di allietarci con un'esplosione ininterrotta di fuochi d'artificio. Se amate questo aspetto sornione ma irresistibile di Pynchon, "Contro il giorno" è assolutamente il massimo, è difficile pensare di poter fare di più (anche per Lui). Stiamo parlando di oltre mille pagine di puro godimento. E chiudo con un entusiastico commento che avevo scritto mentre leggevo il libro. Scusate, ma solo a me il capitolo che va da pagina 632 a pagina 641 è sembrato così straordinariamente divertente? Una goduria continua, meglio dei Monty Phyton. E i continui ammiccamenti, non detti, allusioni vaghe e oscure, invenzioni sempre inedite, tipo la faccenda del gas come mezzo di comunicazione e relativa creazione istantanea di miti, leggende, congetture, inquietanti interrogativi senza risposta, cose su cui è meglio non indagare, ma continuamente intraviste, questioni tecniche... o la serratura che si concede di fronte al chiavistello... Un uso del dialogo dal ritmo più che cinematografico, un Pynchon strepitoso che sembra divertirsi moltissimo nel tessere una trama smisurata, tenuta in piedi da legami molto instabili, direi necessariamente, e nel creare immagini mai scontate con una freschezza che dà a questo libro l'impronta del capolavoro.

solito vecchio tommasoDi u. giovanni-12 luglio 2010

Non è l'arcobaleno della gravità e neanche V (ovvio, si chiamano in modo diverso) Ma da un mix di western, fantascienza, melodramma, 11 settembre e quant'altro, solo il buon tommaso può pensare di creare un romanzo e per di più godibile, come tutti i testi del grande vecchio. Speriamo solo che sia più prolifico.