Colloqui con il professor Y di Louis-Ferdinand Céline edito da Quodlibet
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Colloqui con il professor Y

Editore:

Quodlibet

A cura di:
M. Cardelli
Traduttore:
Celati G., Gabellone L.
Data di Pubblicazione:
4 giugno 2020
EAN:

9788822904492

ISBN:

8822904494

Pagine:
160
Formato:
brossura
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Trama Colloqui con il professor Y

Qui Céline in un'intervista a se stesso (1955), nel suo stile forsennato, da ossesso recriminante, parla del romanzo tradizionale, cioè ne sparla, poi della razza insopportabile degli scrittori, del cinema, degli editori, ma soprattutto del suo personalissimo modo di scrivere, che va via ... alé! ... come un metrò emotivo, che acchiappa emozioni; questa la sua trovata, la sua invenzione di stile; e i tre puntini tipici sarebbero le traversine su cui la rotaia del metrò si appoggia. Un libricino che espone, con gli inconfondibili scatti di nervi, i principi della sua poetica e la novità che in letteratura ha portato, da tanti in seguito imitata; anche se tutti imitatori incapaci, lui dice.

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1 di 5 su 1 recensione

Colloqui con il professor YDi R. Grazia-9 novembre 2010

in fondo è abbastanza divertente. Ed è anche un buon modo per "cominciare" Céline, trovo (meno impegnativo di tanti altri). Ma tutta questa rabbia, questo scagliarsi contro tizio e caio, questa corsa senza scopo, alla fine mi lascia fredda (nonostante lui si incaponisca a dire che tutto il suo stile è pensato per cogliere l'emozione: sarà...). C'è del talento, è vero, ma come sono datate le sue idee! Mi fa sempre pensare a Marinetti e ad altri avanguardisti, che come unico risultato hanno avuto quello... di diventare vecchi prima degli altri. Céline parla della morte del romanzo e della morte del cinema, ma mi sembra che ne sia passata di acqua sotto i ponti, e che questi generi siano ancora abbastanza in voga (e se ultimamente vi sembra che la qualità sia scadente -impressione che condivido- non credo certo che sia responsabilità di Céline... Forse si era un filino sopravvalutato!). L'unica cosa che ho trovato davvero vicina alla mia sensibilità è la sua avversione per il kitsch.