Cold Spring Harbor di Richard Yates edito da Minimum Fax
Alta reperibilità

Cold Spring Harbor

Editore:

Minimum Fax

Traduttore:
Lombardi Bom A.
Data di Pubblicazione:
19 marzo 2010
EAN:

9788875212513

ISBN:

8875212511

Pagine:
243
Formato:
brossura
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Trama Cold Spring Harbor

A Cold Spring Harbor, cittadina residenziale di Long Island, nel corso di un'estate si incrociano i destini di due famiglie: il matrimonio dei giovani Evan e Rachel - lui rissoso, svogliato, appassionato di motori e ragazze; lei fragile ed eterea, fulcro involontario di una rete di rapporti tumultuosi - fa da anello di congiunzione fra gli Shepard, un militare andato troppo presto in pensione per accudire la moglie malata e ormai alcolizzata, e i Drake, un padre assente, una moglie perennemente sull'orlo di una crisi di nervi e un figlio, Phil, alle prese con un'adolescenza inquieta. Ma l'apparente armonia è illusoria e l'unione rivela ben presto un lato oscuro e insidioso. Prefazione di Luca Rastello.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 4 recensioni

Una garanziaDi L. Anna-26 maggio 2012

Yates convincente come sempre nel descrivere personaggi intrappolati in esistenze non corrispondenti ai propri sogni e ai desideri degli altri. Pagina dopo pagina affiora un impietoso senso di inadeguatezza. Dedicato a chi ama le analisi della borghesia americana. I molti personaggi, così possibili, così reali: in una paio righe prendono vita.

Cold SpringDi N. Marilena-1 marzo 2012

Richard Yates è il migliore indagatore dell'animo umano, una specie di detective dei rapporti interpersonali, e in questo romanzo non si smentisce. I personaggi si muovono inquieti in ambienti domestici pieni di tensioni irrisolte, di comportamenti analizzati al microscopio. Un autore da leggere per conoscere un po' meglio se stessi e gli altri.

Cold Spring HarborDi S. Goffredo-9 luglio 2011

Forse il suo secondo miglior libro dopo revolutionary road. Tutto questo viene poi sapientemente mixato dalla notevole (oserei dire incredibile) capacità di prosatore di Yates ed ecco che nasce un altro capolavoro. Il libro stupisce quasi ad ogni pagina per la qualità della scrittura, per le osservazioni e le riflessioni che l'autore mette in bocca ai suoi personaggi. E' un piacere assoluto leggere libri così. Non riesco proprio a capire come un autore di questa qualità e spessore non sia riuscito ad avere un maggiore successo finché era in vita. Ma questo forse era dovuto al tempo in cui scriveva: primi anni del secondo dopo guerra, e poi anni '50, '60, anni in cui si assisteva al boom dei paesi industrializzati e quindi i temi cari a Yates forse non riscuotevano l'interesse dei più. Un grazie alla Minimum fax che sta pubblicando tutti i libri di questo magnifico autore, ed un grazie a Sam Mendes che girando il film tratto dal romanzo "Revolutionary road" ha permesso di riaccendere l'attenzione su questo autore miscononsciuto. Assolutamente da leggere (come tutti i libri di Yates).

Cold Spring HarborDi n. pietro-31 marzo 2011

Mi incuriosiva parecchio il titolo, e così l'ho comprato. La prefazione a Cold Spring Harbor mi ha fatto intuire con quale diversità di metodo ed intenzioni ci si possa approcciare ai romanzi di Richard Yates: al contrario dell'autore della suddetta introduzione, io proprio non riesco a trovare complicità verso i personaggi yatesiani; piuttosto, provo per la maggior parte di loro un disprezzo ed un senso di compatimento catartici. Evan Shepard, mediocre imbecille a cui una paternità precoce ha segato le gambe che sogna imprese guerresche ma viene riformato con suo grande rimpianto per un difetto ai timpani, le cui uniche soddisfazioni residue sono rappresentate dal sottolineare che non è un semplice operaio ma un meccanico e dall'imbastire un adulterio da operetta con la sua ex-moglie. Sua moglie Rachel Drake, che decide di sposarsi giusto per superare le sue inibizioni e scopazzare amabilmente, trasformandosi in volitiva moglie punching ball. La di lei madre Gloria, sempre sull'orlo di una crisi di nervi e persa in un gioco neanche troppo complesso volto a suscitare sensi di colpa nei suoi figli, allo scopo di farli star male almeno quanto si sente male lei stessa. No, non trovo alcuna solidarietà verso i personaggi di Yates. Va riconosciuto loro che cercano di progredire, dare una svolta alle loro vuote esistenze, eppure rimangono impantanati in una squallida quotidinaità da provinciola statunitense. Come lettore, ciò mi dà un senso di bizzarro appagamento, un po' come quello provato da coloro che idolatrano un personaggio famoso o votano un politico pensando "se ce l'ha fatta un coglione come lui, può andare bene pure a me". Cosa che proprio non si può pensare del buon Yates: lui sì che era uno scrittore coi controcazzi, da lui c'è solo da imparare.