La clausura violata. Due processi e un «trattatino» nella Firenze del Seicento

Nell'estate del 1653, Maria Silvia Salvetti, monaca del monastero fiorentino di Santa Verdiana, commissionò ad un monaco del suo stesso ordine un 'trattatino' sulla stretta clausura femminile. La Salvetti, però, non avrebbe potuto immaginare che di lì a poco, nel 1660, sua nipote, educanda e appartenente alla nobile famiglia da Cepparello, sarebbe stata ingravidata dal confessore Zenobi Piazza. Da questo testo, che riporta processi e documenti, si comprende la rigidità della vita all'interno della clausura da parte di donne di fatto costrettevi. Al tempo stesso l'influenza della corte, le parentele, le protezioni, le rivalità fra le mura di Santa Verdiana, così come al di fuori di essa, ampliano i confini della vicenda e permettono di tracciare una storia che si dipana tra Firenze, Vallombrosa e Roma.