Il cinema della felicità

Luci in sala abbassate, fremente attesa rivolta allo schermo, chiusura delle ultime conversazioni tra gli spettatori più chiacchieroni: ora può partire «Cinema felicità», il cineforum più amato da chi sta attraversando un momento non facile. Pedro conosce bene il potere curativo dei film, sa quanto quelle immagini possano ridare fiducia, speranza, coraggio a chi ne ha bisogno. Ha aperto per questo un videonoleggio curativo. I clienti passano da lui, ognuno con il proprio carico di preoccupazioni, dubbi e incertezze, e ricevono in cambio un lungometraggio capace di curarli. Non ci sono scene migliori di quelle di “L'attimo fuggente” per convincere i timidi e troppo riflessivi e non ci sono sequenze più adatte di quelle di “Forest Gump” per ricordare che la speranza non deve mai essere persa. Pedro ha fatto di questo lavoro una missione, convinto in ogni atomo del suo corpo che esista il film giusto per chiunque. Eppure, il destino sceglie strade tortuose e ora la vista, il senso più esaltato in assoluto dalla settima arte, sta a poco a poco lasciando il protagonista di “Il cinema della felicità”. La reazione di Pedro è sorprendente: partire per un lungo viaggio per dirigere il proprio film. Il tema di questa inedita pellicola? Ovviamente, la vita e i suoi imprevisti. Amicizia, amore e cinema saranno i pilastri su cui si reggerà questa nuova sfida per Pedro. Mauricio Gomyde, autore brasiliano apprezzatissimo, arriva in Europa con questo fenomenale romanzo. Lo scrittore, definito dalla stampa sudamericana “il regista delle parole”, porta in scena un racconto fatto di determinazione, amore e dedizione. Una prosa immediata e fresca è la perfetta architettura di “Il cinema della felicità”.