Cinema: il destino di raccontare

Giacomo Debenedetti, “il primo critico letterario del Novecento” secondo il giudizio di Gianfranco Contini, si è occupato fin dalla giovinezza, a più riprese e in modo tutt’altro che marginale, anche di cinema. Il suo primo intervento teorico è del ’27, sulle pagine di “Solaria”: Debenedetti si schiera con la nuova generazione di intellettuali disposti a battersi per la legittimazione estetica del cinema contro le resistenze della vecchia guardia. Il volume, a cura di Orio Caldiron, comprende un’ampia scelta degli scritti cinematografici di Debenedetti: accanto a saggi fondamentali come Chaplin-Charlot e Il doppiaggio in Italia, trovano posto le recensioni più significative, dedicate al cinema italiano (come la clamorosa stroncatura di Roma città aperta di Rossellini) ma soprattutto a quello statunitense verso cui il critico mostra maggior gradimento. Leggendole si avverte subito la particolare concretezza di riferimenti alle pratiche del fare cinema derivata dalla sua duplice esperienza come riduttore di film stranieri e come sceneggiatore, un’esperienza che da regolarmente accreditata diventa poi anonima nel periodo delle leggi razziali.