La Cina non era vicina. «Servire il popolo» e il maoismo all'italiana di Stefano Ferrante edito da Sperling & Kupfer

La Cina non era vicina. «Servire il popolo» e il maoismo all'italiana

Data di Pubblicazione:
2008
EAN:

9788820045746

ISBN:

8820045745

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Descrizione La Cina non era vicina. «Servire il popolo» e il maoismo all'italiana

Sul sessantotto italiano soffia il vento della Cina di Mao. E dalle suggestioni di un'idea alternativa di comunismo nasce uno dei gruppi più originali della sinistra extraparlamentare: l'Unione dei comunisti italiani (marxisti-leninisti), meglio conosciuta con il nome del loro giornale, "Servire il popolo". È una breve stagione, la loro, compresa tra il grande big bang della rivolta giovanile e la dissoluzione dell'autunno 1975, celebrata dal rito di addio, in 271 errori, del leader Aldo Brandirali. I "cinesi" italiani passeranno alla storia come quelli del matrimonio comunista, dell'asilo maoista, quelli che attiravano gli artisti e "servivano il pollo" anziché il popolo. Meno fascinosi e più dimenticabili, perché la militanza nell'Unione non costituisce pedigree, come accaduto per altri gruppi extraparlamentari che pure hanno segnato in modo ben più drammatico la storia d'Italia. Slanci generosi e vacue illusioni, dogmatismo e utopia, ori e tradimenti: la storia del maoismo all'italiana è stata tutto questo e molto di più. Una vicenda corale cui compaiono - protagonisti o comprimari - molti volti noti dell'Italia di oggi (da Michele Santoro a Renato Mannheimer, dai fratelli Pennacchi a Marco Bellocchio, da Lou Castel a Enzo Lo Giudice, da Barbara Pollastrini a Linda Lanzillotta): un piccolo esercito di sognatori che credeva di poter cambiare il mondo.

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3 di 5 su 1 recensione

La Cina non era vicinaDi O. Paolo-2 aprile 2011

Un discreto saggio, non merita più di tre secondo me. A leggerlo con gli occhi di adesso, un libro quasi comico, per tutte le follie che l'ideologia e la passione facevano accettare, tipo i matrimoni comunisti, gli asili dove crescere bambini fedeli a Maoe la collettivizzazione dei mezzi (traduzione, si donava tutti i propri averi al partito). Ho letto velocemente quest'opera. E' stato una interessante compagnia nei miei viaggi in treno. Si ride, ma è tutto vero, ed è sempre bene capire e ricordare, soprattutto in tempi in cui non ci sono più le ideologie, ma neanche le passioni. Molto ben curato e dettagliato.