Capitalismo distrettuale, localismi d'impresa, globalizzazione
- Editore:
Firenze University Press
- Collana:
- Studi e saggi
- Data di Pubblicazione:
- 15 gennaio 2008
- EAN:
9788884536068
- ISBN:
8884536065
- Pagine:
- 404
- Formato:
- brossura
- Argomento:
- Affari: argomenti generali
Descrizione Capitalismo distrettuale, localismi d'impresa, globalizzazione
La via italiana allo sviluppo industriale è consistita, a partire dagli ultimi anni '60, nella diffusione di piccole e medie imprese, aggregate in reti distrettuali, con elevata propensione all'imprenditorialità e presenza forte di famiglie proprietarie. I distretti, insediati in sistemi locali, tendono a "simulare" la grande impresa sfruttando costi più bassi. Questa realtà ha una caratterizzazione territoriale (Nord-Est e Centro) e settoriale: abbigliamento-moda, arredo-casa, agroalimentare, automazione-meccanica. Come valutare tale modello? Attorno a questo quesito si incardina il dibattito su stato e prospettive del sistema produttivo italiano, che oscilla tra sostenitori della sua capacità di adattamento e critici del nanismo economico. Il volume sviluppa riflessioni mostrando come sia possibile un'evoluzione del modello distrettuale puntando su: guadagni di produttività, economie di scopo (diversificazione e ampliamento della gamma), flessibilità, capacità di coniugare tradizione e innovazione, qualità dei prodotti, crescita dimensionale delle imprese, nuove forme di finanziamento, presenza sui mercati internazionali, valorizzazione delle risorse del territorio. La via italiana allo sviluppo industriale è consistita, a partire dagli ultimi anni '60, nella diffusione di piccole e medie imprese, aggregate in reti distrettuali, con elevata propensione all'imprenditorialità e presenza forte di famiglie proprietarie. I distretti industriali, insediati in sistemi locali, tendono a ""simulare"" la grande impresa sfruttando costi più bassi grazie a fattori non solo economici.Il volume sviluppa riflessioni in tal senso mostrando come sia possibile un'evoluzione del modello distrettuale puntando su: guadagni di produttività, economie di scopo (attraverso diversificazione e ampliamento della gamma dei prodotti), flessibilità dell'organizzazione, capacità di coniugare tradizione e innovazione puntando sulla qualità dei prodotti, crescita dimensionale delle imprese, nuove forme di finanziamento, presenza attiva sui mercati internazionali, valorizzazione delle risorse del territorio. Per questo occorre che si riattivino le funzioni di comportamento degli imprenditori.