Buttarsi

Cosa non darei per leggere più spesso simili capolavori! Dopo "Angeli a pezzi" e "Agganci" ho letto in un soffio, anzi mi sono proprio bevuta, anche il terzo romanzo di Dan Fante, libro a cui tengo particolarmente perché c'è la sua dedica che mi fece a fine agosto 2010 in uno splendido suo incontro a Marina di Ravenna. Tutti e tre i suoi romanzi hanno come protagonista Bruno Dante, il suo alter-ego, figlio di un romanziere di successo, uomo di grande sensibilità, ma molto tormentato, che sogna di sfondare come scrittore, ma che viene rifiutato dalle case editrici. Perché amo tanto i suoi romanzi? Perché sono veri, parlano direttamente al cuore, alla pancia, senti che non è finzione, che lui parla della sua vita, fatta di insuccessi, sacrifici, porte sbattute in faccia. Fante ti parla della difficoltà di avere un brutto carattere (ereditato dal padre), che lo rende irascibile, sempre pronto a litigare con tutti e delle volte in cui ha toccato il fondo, è stato in carcere, è rimasto senza soldi e senza speranze e soltanto l'alcool riusciva a mettere a tacere la voce interna che gli diceva che era un fallito e che non ce l'avrebbe mai fatta. Dan Fante ti parla della sofferenza che si prova a perdere un padre e poi un fratello e della rabbia che ti rimane dentro e che non sai come sfogare, ti parla della difficoltà di adattarsi a una vita e a una società in cui ognuno si aspetta qualcosa da noi e ci dice qual è la "giusta" strada da seguire. Anche a conoscerlo dal vivo Dan è proprio così: una persona VERA che parla direttamente al tuo cuore facendoti emergere le emozioni più autentiche!