Borderlife di Dorit Rabinyan edito da TEA
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Borderlife

Editore:

TEA

Collana:
Tea Trenta
Traduttore:
Loewenthal E.
Data di Pubblicazione:
21 marzo 2018
EAN:

9788850249008

ISBN:

8850249004

Pagine:
373
Formato:
brossura
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Trama Borderlife

È autunno, a New York. Il secondo senza le Torri. Liat ha appena conosciuto Hilmi e gli cammina accanto nel pomeriggio che imbrunisce, mentre pensa: Non hai già abbastanza guai? Fermati, finché puoi! Ma fermarsi non può, perché, nonostante le ferite, la magia della Grande Mela è ancora intatta, e Hilmi ha gli occhi dolci e grandi, color cannella, riccioli neri e un sorriso infantile che spezza il cuore. Lei è di Tel Aviv, fa la traduttrice e si trova negli USA grazie a una borsa di studio. Ha servito nell'esercito e ama la sua famiglia (Che cosa penserebbero, se lo sapessero?). Lui vive a Brooklyn e fa il pittore, e nei suoi quadri c'è sempre un bimbo che dorme e sogna il mare, quel mare di cui da ragazzo poteva cogliere appena un lembo, dal nono piano di un palazzo di Ramallah. Mentre oscillano tra l'ebbrezza della libertà e il senso di colpa, scoprendosi accomunati dalla nostalgia per quello stesso sole e quello stesso cielo, la vita reale bussa alla loro porta...

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Recensioni degli utenti

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2 di 5 su 2 recensioni

Da fleboDi T. Duc-17 febbraio 2017

Ho comprato questo libro perché dalle recensioni sembrava essere una storia d'amore meravigliosa. Ebbene, mi sono pentita di averlo fatto perché in realtà a me è risultata solo noiosissima, una storia che non decolla mai perché ci sono diecimila dialoghi fini a se stessi che allungano il libro senza apportare niente alla storia in sé.

Love Story impossibileDi S. Paolo-11 febbraio 2017

Un amore che non avrebbe dovuto esistere, e non sarebbe potuto esistere, se i due ragazzi, israeliana lei, palestinese lui, non si fossero trovati lontani dalle loro vicinissime terre di origine. Consci dall'inizio dell'irrealizzabilità del loro sogno, che poi è la metafora del sogno grande della convivenza dei popoli, Himli e Liat sfidano il mondo come i giovani sanno fare, ma con la maturità di chi è vissuto, pur da opposte parti, nella tragedia di una guerra senza fine. Scritto benissimo (e tradotto altrettanto bene) il romanzo di Rabynian si addentra forse troppo nei dettagli del racconto, fino talvolta al superfluo, appesantendo così una narrazione che avrebbe potuto essere magistrale.