Artemisia, la morte felice

Una trama avvincente e intrigante, con un intreccio complesso e imprevedibile di eventi, la cui protagonista assoluta è l'artemisia, la pianta sacra ad Artemide, erba velenosa e inebriante, e di conseguenza l'assenzio che da essa viene estratto. I protagonisti del romanzo sono una donna ambigua e spregiudicata, e due uomini succubi del suo fascino, tutti consumatori di droga. La vicenda si svolge tra Milano e la ex Magna Grecia, in un alternarsi di storie diverse, in cui i tre personaggi sono persone reali e contemporaneamente reincarnazioni di figure mitologiche e divinità dell'Olimpo. Il linguaggio è incalzante ed essenziale.

Il romanzo Artemisia la morte felice non parla veramente di morte, ma di amore e di amicizia. I protagonisti si muovono a piedi e con i mezzi pubblici, in una Milano senza consumismo. Luci e aromi, il verde dei parchi la rendono affascinante. L'intellettuale e stilisticamente disciplinato Riccardo, come uomo sarà coinvolto e stravolto, tradirà la propria imparzialità distaccata (si innamora) ma pur nella molteplicità delle proprie risorse linguistiche, resta fedele a se stesso, non avrà mai cadute di stile. Sfida il lettore con la propria sottile ironia fino al finale misterioso a sorpresa, non senza aver regalato ampli tratti di lirismo. G. Forlì