Apologia di Socrate. Testo greco a fronte
- Editore:
Foschi (Santarcangelo)
- Collana:
- I classici
- A cura di:
- S. Nannini
- Data di Pubblicazione:
- 9 maggio 2016
- EAN:
9788899666057
- ISBN:
8899666059
- Pagine:
- 75
- Formato:
- brossura
Descrizione Apologia di Socrate. Testo greco a fronte
I nodi della vita e dell'ambivalente passione filosofica e politica si strinsero per Platone nel 399 a.C., data del processo a Socrate. L' Apologia è l'opera nella quale egli presenta Socrate che si difende davanti ai giudici ateniesi, i quali lo condanneranno a morte al termine di un processo intentatogli per reati di opinione che vanno dall'empietà alla corruzione dei giovani tramite l'insegnamento. Democrazia, oligarchia, etica tradizionale, religione olimpica, tutto viene messo in discussione in nome di una superiore fede nella divinità per la prima volta 'buona'.
Recensioni degli utenti
Il processo-5 aprile 2011
In questo libro l'autore descrive l'epilogo della vita di Socrate, il sapiente. Nel particolare il libro descrive il suo processo e le sue arringhe per tentare di convincere i giudici che lui è innocente. In realtà la popolazione della sua città era stanca delle sue speculazioni che seguendo solo la ragione non si allineavano alla comune credenza e per questo tutti i suoi concittadini si erano coalizzati contro di lui. Da leggere!
Apologia-19 febbraio 2011
Platone è riuscito a ricostruire quasi fedelmente l'ultimo discorso del suo maestro Socrate che egli tenne davanti ai giudici a causa delle accuse di alcuni concittadini. Da questo testo veniamo a conoscenza del modo di ricercare la verità per Socrate e quindi della sua stessa filosofia. Davvero ben scritto, scorrevole ed efficace. Da leggere.
Esemplare-18 ottobre 2010
Qualunque lettore dell' "Apologia di Socrate" non può che restare incantantato e meravigliato dalla figura di Socrate: un uomo che accetta una condanna ingiusta pur di perseguire strenuamente gli ideali di chi vive "filosofando", ovvero secondo la giustizia, la povertà, la verità, la sapienza. Socrate sapeva di essere incolpevole, eppure non mostra mai risentimento verso i suoi aguzzini ma, anzi, felicità per la convinzione che la morte è un bene per l'uomo giusto e per la sua anima che, liberata dai lacci e dai vincoli delle passioni e degli impulsi che la imprigionano nel corpo, può elevarsi e godere dell'immortalità accanto agli dei.