L' alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli. 1943-1944 di Liliana Picciotto edito da Mondadori

L' alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli. 1943-1944

Editore:

Mondadori

Collana:
Le scie
Data di Pubblicazione:
26 gennaio 2010
EAN:

9788804585961

ISBN:

880458596X

Formato:
rilegato
Argomenti:
Storia d'Italia, Fascismo e Nazismo
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Descrizione L' alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli. 1943-1944

Fossoli, frazione di Carpi, fu lo scenario "inconsapevole" di una delle pagine più cupe della nostra storia: qui fu attivo, tra il dicembre e i primi giorni dell'agosto 1944, un campo di concentramento in cui vennero reclusi 2844 ebrei arrestati in tutta l'Italia centrosettentrionale sotto l'occupazione nazista. In quel periodo nel nostro paese giunse al culmine l'offensiva fascista contro gli ebrei che, iniziata con le leggi razziali del 1938, conobbe una brutale accelerazione con la Repubblica sociale. I governanti italiani scelsero infatti di adeguare la propria politica antiebraica a quella dell'alleato-occupante, che aveva già messo in atto autonomamente una serie di retate in diverse città nell'autunno del 1943. Il 30 novembre emanarono dunque un provvedimento che prescriveva l'arresto degli ebrei, cui sarebbe stato confiscato ogni bene, e il loro trasferimento in un unico luogo, individuato nel complesso di Fossoli, in precedenza utilizzato come campo per prigionieri di guerra e destinato anche ad altri internati, come i detenuti politici. Le autorità di Salò e quelle del Terzo Reich definirono una sorta di divisione dei compiti: gli italiani si occuparono dell'arresto e dell'internamento degli ebrei; i tedeschi, che dal marzo assunsero anche formalmente il comando del campo di concentramento, ne organizzarono la progressiva deportazione verso i lager in Germania e Polonia, attuata con modalità disumane.

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4 di 5 su 3 recensioni

Per la memoria.Di c. monica-29 settembre 2011

Per la memoria di ogni uomo donna e bambino, per ognuno di loro che transito' in questo famigerato campo, per ridare loro identita' e dignita' che l'odio fece svanite in fumo. Un campo costruito in Italia dagli italiani per italiani, un campo di transito per ebrei e non ebrei, esseri umani scomodi da sopprimere, un luogo di attesa per essere dirottati verso i campi di sterminio tedeschi. Un campo nato per le colpe degli italiani, quelli che appoggiarono le inumane leggi razziali, che appoggiarono il regime di dittatura fascista, che approvarono questo genocidio. Un campo praticamente sconosciuto, di cui nessuno parlo' mai perche' un campo dell'orrore del quale l'Italia non vuole sentirsi vergognosamente responsabile.

L'alba ci colse come un tradimento. Di b. alfio-6 luglio 2011

Quando ero ragazzo ho dovuto subire una quantità di bugie legate alla situazione storica italiana. Mi hanno spiegato che la dittatura è stata una parentesi, l'imposizione di pochi nei confronti dei tanti bravi italiani. Mi hanno detto che sì, in effetti avevamo aderito alle leggi razziali ma con la tradizionale bonomia che ci contraddistingue. Mi hanno disegnato un campo da gioco dove da una parte c'erano i fascisti e dall'altra tutti gli altri, che nel momento decisivo avrebbero poi imbracciato le armi per liberarci dall'invasore. Mi hanno fatto vedere le immagini atroci dei campi di concentramento, le parole altisonanti dei reduci ma nessuno, mai nessuno che ci abbia portato una mezza giornata a Fossoli, e dire che era a poco più di un'ora dall'amena cittadina dove vivevo. Mi hanno fatto cantare fino allo sfinimento 'O bella ciao' ma la verità, o ciò che rimaneva, me la sono dovuta andare a cercare da solo.

L'alba ci colse come un tradimentoDi r. Giuseppe-14 febbraio 2011

Si è presentata l'occasione di leggere queste pagine posso solo dire di esserne rimasto soddisfatto. Da ragazzo mi hanno raccontato una sequela infinita di bugie. Mi hanno spiegato che la dittatura è stata una parentesi, l'imposizione di pochi nei confronti dei tanti bravi italiani. Mi hanno detto che sì, in effetti avevamo aderito alle leggi razziali ma con la tradizionale bonomia che ci contraddistingue. Mi hanno disegnato un campo da gioco dove da una parte c'erano i fascisti e dall'altra tutti gli altri, che nel momento decisivo avrebbero poi imbracciato le armi per liberarci dall'invasore. Mi hanno fatto vedere le immagini atroci dei campi di concentramento, le parole altisonanti dei reduci ma nessuno, mai nessuno che ci abbia portato una mezza giornata a Fossoli, e dire che era a poco più di un'ora dall'amena cittadina dove vivevo. Mi hanno fatto cantare fino allo sfinimento 'O bella ciao' ma la verità, o ciò che rimaneva, me la sono dovuta andare a cercare da solo.