Libro Abelis di Mauro Leonardi L'aquila e la colomba di Lindau
Alta reperibilità

Abelis

Editore:

Lindau

Data di Pubblicazione:
26 giugno 2012
EAN:

9788871809984

ISBN:

887180998X

Pagine:
162
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Libro Abelis di Mauro Leonardi

Trama libro

Abelis è il bambino che Ciambellano cerca da anni perché, se diventerà cavaliere, la vittoria sui draghi sarà definitiva. I cavalieri vivono però un segreto terribile che rende atroce l'idea di trasformare un bambino in cavaliere e che ferma persino Messer Ferriere. Così questi lo affida a Blennenort, il solo cavaliere di Arileva che nessuno rispetti. Ma Abelis ha una mamma, Lutet, che ama lui, Blennenort e gli animali. E anche i draghi. Una donna che con la poesia, la verità e la bellezza sconfigge la trama di potere creata da Ciambellano.

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Recensioni degli utenti

4 di 5 su 3 recensioni

Da leggere un paio di volte Di L. Damiano - 28 agosto 2012

Mi piacciano i fantasy. Ma francamente non ce la faccio più a mettermi a leggere una saga come quelle che oggi vanno di moda di almeno 67 libri, ognuno di 800 pagine. Ed è questa scusate la prosaicità una delle prime qualità di questo romanzo. E' fantasy. Ma è breve. Lo si legge in poche ore. E dato che il contenuto è profondo, si ha la possibilità di ritornare con calma sulle pagine che ti hanno colpito di più. Una caratteristica il fatto di avere solo 164 pagine che lo rende appetibile anche a chi, pur amando la lettura, non ha molto tempo da dedicarci. La trama è coinvolgente. Un bimbo innocente (Abelis) , una mamma saggia e innamorata che è anche regina e moglie fedele di un re (un po' imbranato a dire il vero) che è stato ingannato dal suo ciambellano e costretto da una magia a vivere prigioniero di una armatura che lo soffoca e quasi quasi lo fa morire. Come si sviluppano questi ingredienti nel romanzo non ve lo racconto. Però ve lo consiglio. Ogni tanto capita di perdere tempo a leggere cose inconsistenti. Beh questa non lo è.

Premesso che Di p. stefania - 21 agosto 2012

Premetto che non amo il genere fantasy, anche perchè generalmente si tratta di volumi molto corposi e con una tale quantità di nomi e personaggi, che appunto, bisogna essere degli appassionati del genere per arrivare alla fine del testo! Ho dunque particolarmente gradito la semplicità di intreccio che mi ha permesso di cogliere e apprezzare la straordinaria profondità del messaggio: si, perchè la vera semplicità è sempre molto profonda, se è vero che tutto il messaggio cristiano è affascinante proprio per la povertà ricchissima dei suoi contenuti; anzi a ben vedere, è possibile trarre sempre nuovi spunti, "cose vecchie e cose nuove", significati e chiavi di lettura molteplici. Tutti elementi che ho ritrovato in questo romanzo che nella semplice vicenda dei cavalieri, affronta la mai risolta questione della paura di non aver nome e di non essere nessuno, che da sempre accompagna gli esseri umani ed è l'humus di tutti i fondamentalismi e di tutte le "distorsioni" anche religiose. Non c'è nulla, infatti, che dia più forza o faccia sentir più sicuri di "essere", che il tracciar confini e riconoscere nemici, l'essere uniti contro un comune nemico, possibilmente esterno a se stessi o al proprio gruppo di appartenenza, senza neanche poi fermarsi troppo a considerarne le caratteristiche. Cercare un capro espiatorio, che getti lontano da noi, la responsabilità del male, così da trasformarsi in cavalieri senza macchia (e purtroppo anche senza memoria e senza umanità): a ben vedere è lo stesso modo di ragionare che determina le grandi ingiustizie storiche e che l'uomo continua a scegliere perchè è più facile affidarsi ad una corazza che camminare nella semplicità e nella povertà di essere se stessi. Come il giovane ricco, spesso continuiamo a chiedere anche a Dio una serie di regole e comportamenti che accrescano i nostri meriti, invece di procedere nel senso di una spoliazione (di ogni tipo di corazza) per far posto alla vera amicizia e al vero amore; infatti il processo di creazione delle corazze, si può inceppare solo se si incontra con la semplicità e l'amore come appunto succede con Abelis e Lutet, se si cambia modo di guardare i draghi. Un cambiamento che consiste principalmente nel non guardare più solo la propria "fame" (di certezze, di regole, di corazze che diano sicurezze), ma nell'accorgersi che anche loro hanno "fame, vogliono saziarsi, vivere"; quasi sempre ciò che trasforma gli altri in draghi è la loro fame non saziata, forse solo fame di essere considerati meglio: e cosa è mai una conversione se non un modo nuovo di guardare Dio e gli altri? Lutet renderà possibile questo miracolo, perchè metterà nella composizione delle armature, un pò di amore per i draghi, elemento sconosciuto che cambierà tutto: come non pensare al granello di senape o al pizzico di lievito che fermenta e cambia natura a tutto il resto? E la lettera che, nel romanzo, contiene ripetuta continuamente la frase -ti amo, - non fa forse pensare alla Scrittura, la lettera di amore di Dio agli uomini, che contiene 365 volte (una per ogni giorno dell'anno!) la ripetizione del - non temete? - e cosa temiamo più della mancanza di amore, dell'essere niente e di non valer nulla per nessuno? Dunque è solo l'amore che scioglie le corazze e, nella semplicità, fa tornare ad essere veramente uomini con un cuore di carne e una pelle sensibile all'esistenza e ai problemi degli altri. Un bellissimo messaggio che dimostra la sua eterna giovinezza proprio perchè riesce a arrivare con tutta la sua forza, attraverso epoche e luoghi imprecisati (come si precisa all'inizio di questo romanzo) e stili letterari diversissimi, dritto al cuore di ogni essere umano "di buona volontà". Stefania Perna

La trama e l'ordito. Di c. carla - 20 agosto 2012

Abelis è un romanzo: c'è una storia, un inizio, una fine, uno svolgimento. E' un fantasy perchè ci sono i draghi che volano? Non so, non è il mio genere preferito. E' metafisico? Se nel senso che si passa attraverso qualcosa, forse si. All'inizio si entra in un castello, alla fine in una casa. Devi fare un viaggio da dove vivi, il castello, a chi sei, la casa. E qui, nella narrazione, Abelis si fa speciale: impossibile fare una distinzione tra buoni e cattivi. Ogni personaggio non ti lascia spettatore ma ti ci devi misurare, te lo devi trovare dentro: cavaliere, re spodestato, Ciambellano, Messere, Abelis, Lutet, lo sei stato o tentato di esserlo. Le stesse armature le vorresti leggere come metafore e, invece, te le scopri addosso. E' un romanzo breve perchè è come consegnato dall'autore ai lettori. Abelis è un romanzo che è un ordito, la trama è la tua: operazione generosa e, quindi, generativa, dell'autore. Il castello lo guarderai da lontano, entrerai nel cortile, ascolterai Abelis, se vorra' parlare, ti confronterai con un re che non ha corona e con un potere che è solo potere, ti metterai a tavola al caldo con Lutet e con lei scoprirai i draghi, la realta' dei draghi. Non puoi sottrarti a nulla e a nessuno in questo romanzo. E una donna e un bambino sono nuovamente al centro della Storia.