Abdia di Adalbert Stifter edito da Adelphi

Abdia

Editore:

Adelphi

Edizione:
5
A cura di:
G. Bemporad
Data di Pubblicazione:
30 maggio 1995
EAN:

9788845905360

ISBN:

8845905365

Pagine:
148
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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5 di 5 su 1 recensione

Quegli occhi, quel padre.Di m. umberto-9 ottobre 2014

Un'interessante novella del maestro di scrittura (che sempre si riconferma tale ogni volta che lo incontriamo) A. Stifter. Br In questo racconto si respira un'aria un po' diversa dal solito, grazie a due caratteristiche peculiari: la descrizione attenta degli ambienti (la prima metà del racconto riguarda il deserto africano, con le rovine di un'antica città romana) e il ritratto della complessa personalità del protagonista (l'ebreo Abdia, con un destino avverso e con l'ininterrotta volontà di superarlo e di ricominciare sempre, dote fondamentale per ogni persona di carattere) . Br Anche se i tre capitoli portano il nome di donne (Ester, la madre; Debora, la moglie; Ditta la figlia, che pure ci vengono presentate in modo così bello) è sempre lui, Abdia, il filo conduttore. La sfortuna e l'avversità riguardano anche le sue tre donne (muore la madre - che con tanto amore l'aveva curato da piccolo; muore la moglie che era rimasta accanto ad Abdia nonostante il suo volto sfigurato dal vaiolo; la figlia diventa cieca) . Br Il racconto descrive con precisione la personalità dell'uomo Abdia, ma anche dell'ebreo Abdia, mercante che realizza profitti prima col commercio delle carovane del deserto, poi con iniziative (purtroppo spesso senza scrupoli, connotate da esplicite forme di disonestà) in Europa, dove si trasferisce con l'intento di costruirsi una nuova, bella, confortevole dimora. Br L'ebreo Abdia non ci insegna proprio nulla? Non rimane impressa, alla fine, la sua tragica figura, seduta per anni sulla panca davanti alla casa, muto, dopo quel temporale che gli ha tolto il suo vero tesoro? Br Questa semplice lettura, pur riguardando un'opera letteraria di due secoli fa, è ricca di insegnamenti. Ogni lettore è sempre un po' protagonista: Abdia insegna alla figlia, che ha appena ottenuto la vista, a osservare le cose, gliele indica, gliele descrive e gliene mostra la bellezza, proprio come fa Stifter con noi, insegnandoci a osservare la natura che ci circonda e che spesso consideriamo come se fossimo ciechi. Br Ogni lettore è spinto alla ricerca e a prestare attenzione alla dimensione simbolica o metaforica. Br Da ultimo va segnalato che questa edizione al testo aggiunge una "Nota" di Gabriella Bemporad sulla vita, opera, personalità di Stifter, molto utile e interessante.