Visita a Godenholm
- Editore:
Adelphi
- Collana:
- Piccola biblioteca Adelphi
- Traduttore:
- Vigliani A.
- Data di Pubblicazione:
- 2 aprile 2008
- EAN:
9788845922558
- ISBN:
8845922553
- Pagine:
- 100
- Formato:
- brossura
Trama Visita a Godenholm
Su un'isola sperduta nel Mare del Nord un piccolo gruppo di persone, accomunate dall'aspirazione a conoscere il proprio vero Sé, si raccoglie intorno a un uomo misterioso. Signore della luce e nel contempo principe delle tenebre, costui conduce vita ritirata in una casa turrita, in compagnia di una domestica dalla risata beffarda, un pescatore con il petto sfregiato da una lama e una servetta silenziosa e ubiqua. Nei giorni in cui la notte è quasi inesistente o la luce dura un'ora, quando il tempo dell'orologio e della civiltà cessa di scorrere, i tre discepoli - un medico-filosofo, uno studioso di preistoria e una giovane donna - ascoltano gli oracoli del Maestro, e grazie ai suoi poteri ipnotici, o forse all'assunzione di allucinogeni, compiono ciascuno un viaggio nel proprio mondo intcriore. Viaggi a metà tra l'allucinazione e il delirio, l'evocazione e il sogno, attraverso un prisma di luci, suoni e colori in cui si intrecciano paesaggi tropicali e piane mitteleuropee, aurore boreali e interni contadini.
Recensioni degli utenti
Visita a Godenholm-14 luglio 2011
In questa edizione sono raccolti due racconti il primo dei quali da i ltitolo alla raccolta. Di cui almeno il secondo, eponimo, di squisita fattura. In esso Jnger, alfiere dell'erosimo sacrale e nietzschiano quale estremo baluardo al nichilismo tecnicizzante dell'Occidente (e per questo in aperta e dialettica disputa con il Gran Maestro Heidegger, amico e sodale) , storico del "numinoso" e collega del più noto Mircea Eliade, Jnger si diceva condensa in alcune decine di pagine il viaggio dall'Io al Sé, il naufragio dell'individualità consapevole nella ulcerante eternità del Tutto, il sublimarsi dell'istante nell'Eternità dell'istante. E' questo il nucleo, l'archetipo che Jnger e altri con lui iniziati, riconoscono quale substrato permanente e permeante il sentimento del divino di cui è intriso l'Uomo; quel divino che solo in apparente e dilacerante antinomia con l'umano ne delimita il senso ma ne disvela l'afflato. In questo racconto ogni figura, persino ogni nome è simbolo, frazione ed atomo dell'universo, in un tripudio narrativo panteistico e panenteistico che sconfina, inavvertito, con il mistico ed il misterico. Perché, come conclude il cerimoniere Schwarzenberg: " (... ) la mia casa è come una locanda spagnola. Gli ospiti non vi trovano niente di più di quello che hanno portato con sé".