Descrizione Trilogia di New York
Pubblicati tra il 1985 e il 1987, i tre romanzi che compongono questa "Trilogia" sono raffinate detective stories in cui le strade di New York fanno da cornice e palcoscenico a una profonda inquietudine esistenziale. "Città di vetro" è la storia di uno scrittore di gialli che "accetta" l'errore del caso e fingendosi un'altra persona cerca di risolvere un mistero. "Fantasmi" narra la vicenda di un detective privato che viene assoldato per tenere sotto controllo una persona, ma a poco a poco i due ruoli si scambiano e colui che doveva spiare diventa colui che viene spiato. "La stanza chiusa" racconta di uno scrittore che abbandona la vita pubblica e cerca di distruggere le copie della sua ultima opera.
Recensioni degli utenti
Soddisfatta-30 marzo 2018
Il romanzo è incentrato sulle vicendi di Max Work. L'azione romanzesca comincia quando decide di assumere un'identità fittizia, quella dell'investigatore Paul Auster ed accetta l'incarico di pedinare il padre di uno studioso che sta per ritornare in libertà dopo anni di reclusione in una clinica per malati mentali. Lo consiglio
Una sfida?-24 febbraio 2017
... Almeno per alcuni, lo è. Leggere il libro attendendosi un tipico romanzo significa restare delusi. Le storie raccontano sentimenti metropolitani, raccontano sconforto, tensione alla conoscenza, disperata ricerca. Auster è onesto al costo di non piacere a tutti.
Un viaggio tra i grattacieli della mente-3 febbraio 2017
La città è uno dei nuovi temi toccati dalla letteratura di fine secolo e contemporanea. Le città si presentano come labirinti pieni di misteri e agguati, una metafora non indifferente. Un viaggio nelle numerose strade, vicoli, palazzi e case, la ricerca di un qualcosa che forse non c'è, la perdita di se stessi. Paul Auster ci fa entrare nella dimensione del quotidiano e della routine spezzata.
Non proprio detective stories...-15 novembre 2014
Tre storie formano questo lavoro di Paul Auster, che conferma il suo scrivere innovativo e fuori dagli schemi. Ho trovato che il capitolo più interessante dei tre fosse il terzo, ma sollevo dubbi sulla definizione "detective stories", dato che le vicende personali dei protagonisti vanno oltre la vicenda investigativa e sono senza dubbio il fulcro del libro. Questo è il terzo libro di Auster che leggo e la sua scrittura è sempre piacevole.
(Troppo) grande scrittore -6 maggio 2013
Di una presunzione infinita. Il grande scrittore che scrive, ovviamente di scrittori, infliggendo al povero mortale lettore la perfezione delle sue parole in libertà che non portano da nessuna parte. Vicende prive di senso comune con digressioni insopportabili. La perfezione della scrittura non è sufficiente a giustificare un giudizio positivo su racconti il cui sviluppo ha un andamento apparentemente incerto e probabilmente non chiaro neanche nella mente dell'autore. E' forse solo al terzo racconto che si individua un "course of action" al tempo stesso non banale e capace di interessare ma, anche in questo caso, le noiosissime digressioni e un finale inesistente prendono il sopravvento ed è ancora delusione.
Ottimo "trittico" letterario-25 marzo 2012
Tre mini romanzi, tre spy stories avvincenti, capaci di tenere sulla corda il lettore. Ma qual è il legame che incatena i protagonisti, sempre che ve ne sia uno? L'autore sostiene che le tre parti in cui si suddivide il libro sono assolutamente l'una dipendente dall'altra, come se vi fosse un sottile filo rosso a collegarle.