La sincronicità
- Editore:
Bollati Boringhieri
- Collana:
- Biblioteca Bollati Boringhieri
- Edizione:
- 27
- Traduttore:
- Daniele S.
- Data di Pubblicazione:
- 1 settembre 1980
- EAN:
9788833902432
- ISBN:
8833902439
- Pagine:
- 128
- Formato:
- brossura
Descrizione La sincronicità
«Il principio filosofico che sta alla base della nostra concezione della regolarità delle leggi di natura è la causalità. Se il rapporto tra causa ed effetto dimostra di aver solo validità statistica e soltanto una verità relativa (...) ciò significa che il legame tra eventi è in certe circostanze di natura diversa da quella causale ed esige un diverso principio interpretativo». «A differenza della causalità, la sincronicità si dimostra un fenomeno connesso principalmente con processi che si svolgono nell'inconscio. Alla psiche inconscia spazio e tempo sembrano relativi, ossia la conoscenza si trova in un continuum spaziotemporale in cui lo spazio non è più spazio e il tempo non è più tempo. Se quindi l'inconscio sviluppa e mantiene un certo potenziale alla coscienza, nasce la possibilità di percepire e "conoscere" eventi paralleli».
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Un'ipotesi di trasgressività junghiana-27 gennaio 2017
In La sincronicità (1952), C.G. Jung esamina quelle conformazioni strutturali dell'inconscio determinandone un origine "probabilistica", a priori. Seguendo una serie di casistica astrologica, il pensiero dell'alchimia, della "triunità" e quindi tridimensionalità spaziotempo, energia con l'aiuto di coordinate quantistiche e concludendo che queste determinanti strutturali, gli archetipi siano in definitiva nodi e nuclei di significato l'analisi teorica emergente è che la sincronicità derivi da una connessione di coincidenze senza nesso causale laddove due eventi uno reale e uno simbolico si connettono non localmente quindi al di là dello spazio e del tempo. In questa collocazione Jung usa il pensiero di Leibniz e della Monas per descrivere una serie di ordine planisferico. Ed e' con Keplero che lo psicologo svizzero risale all'"anima telluris" per poi concludere con la struttura ternaria dell'alchimista Gerhard Dorn che nella sua "refutatio" omise il femminile, il "dies lunae" (la donna creata nel giorno di lunedì) quindi all'origine del male servendosene come principio per affermare la Trinità. Nella struttura tridimensionale Jung includerà quel concetto di "unidimensionalità" che racchiuderà l'"anima compedibus" quale atomo e Monas leibniziana ma anche Spinther e scintilla divina dello gnosticismo e dell'alchimia presumendo di ipotizzare nella non località di spazio e tempo l'assoluta autonomia delle determinanti strutturali e quindi dell'universalità dell'archetipo stesso o di uno specifico archetipo, in questo caso una dimensione "psicoide" cioè un solco liminale che funga ad interfaccia tra psiche e materia e che determinerà il significato di due coincidenze senza alcuna apparente connessione causale. Un'ipotesi che lo stesso Jung azzarderà essere un "ipotesi di trasgressività" ma che farà d'ora innanzi emergere quei nuovi sviluppi teorici tra paradigmi emergenti ad interfaccia tra fisica quantistica, teoria del caos e dei complessi, parapsicologia e psicologia analitica.