Il Maestro della Testa sfondata
- Editore:
Bollati Boringhieri
- Collana:
- Varianti
- Edizione:
- 3
- Data di Pubblicazione:
- 5 maggio 2016
- EAN:
9788833921327
- ISBN:
8833921328
- Pagine:
- 332
- Formato:
- brossura
Descrizione Il Maestro della Testa sfondata
Febbraio 1978: nessuno può ancora saperlo, ma fra poche settimane il rapimento di Aldo Moro cambierà per sempre la storia d'Italia. Ma oggi è soltanto l'alba nebbiosa di un sabato qualunque, in un inverno come tanti altri. Fino a quando, nell'estrema periferia della Barona, a Milano, fra i casermoni popolari e la triste luce dei lampioni, su un autobus fermo a un capolinea che non è il suo, viene trovato il cadavere dell'autista, i pantaloni abbassati e la testa sfondata da una serie di violenti colpi alla nuca. Il giovane commissario Melis, incaricato delle indagini, resiste alla tentazione di archiviarlo come un banale caso di aggressione. E quando scopre che l'uomo lavorava a tempo perso per uno stimato libraio antiquario morto d'infarto pochi giorni prima, decide che questa coincidenza merita d'essere approfondita. Così, Melis si ritrova a indagare nel mondo a lui sconosciuto dei libri antichi e dell'antiquariato, passando fra ambienti sociali molto differenti e distanti fra loro. L'approfondita e accurata indagine sul delitto - anzi, no: sui delitti, perché l'omicida colpisce ancora, e con ferocia attraversa sguaiati quartieri popolari e felpati salotti borghesi, curiose botteghe artigiane e raffinati templi della bibliofilia per consegnare al lettore l'intenso e sfaccettato romanzo di una città: Milano. E un personaggio a tutto tondo ormai molto amato dai lettori: il commissario (poi vicequestore) Norberto Melis.
Recensioni degli utenti
Il maestro della testa sfondata-25 febbraio 2011
Giallo gradevole, molto alla Fruttero Lucentini ma ambientato a Milano invece che a Torino: alla segmentazione sociale nobiltà di spada Fiat mistici poveracci, si sostituisce una milanesità dove chiaramente contano solo i danè, malgrado le distinzioni sociali tra chi chiama colazione il pranzo e il resto della città. Bella la sensibilità atmosferica dell'autore, belli certi personaggi minori (l'editore gay, la sciura nella cui famiglia "dal XII secolo si usano solo nomi della Roma repubblicana"...), bello il contrappunto tra le voci e le cadenze dei vari poliziotti che partecipano all'indagine. Divertente l'ambientazione nel 1978: il romanzo è dei primi anni '90 e prende garbatamente in giro i suoi personaggi che non ovviamente non possono prevedere il rapimento Moro, la fine della prima Repubblica, degli indiani metropolitani, la mania del cellulare ecc. Meno appassionante, per me che nei libri amo il contenuto e non mi sforzo neanche di capire la passione bibliofila di chi guarda solo al contenitore, l'imperniare un intero romanzo, giallo per di più, nel claustrofobico mondo delle legatorie e delle librerie antiquarie... Un mio limite, senza dubbio.