Il libro dei blues

Kerouac poeta o romanziere? Dopo la necessaria lettura di "On the road" mi sono sentito in dovere di approfondire la conocenza di questo autore, ma i risultati non sono stati quelli sperati. La scrittura è fin troppo "semplice", banale, anticonvenzionale e antiletteraria. Le parole sono affastellate senza senzo, forse più per il suono, per l'idea che richiamano, è una poesia che ha bisogno di tempi, di spazi, di andare a capo, ha bisogno di una lettura gridata, non è la classica, avvolgente, strofa da leggere da soli alla luce di una candela. Le rime non esistono, non esiste la lingua, non esistono nemmeno le regole: sembra tutto un lungo viaggio verso orizzonti di vacuità, incontro a un abuso di termini come "San Francisco", "blues", "city". Siamo sicuri che esista solo un'unica eternità dorata? A conti fatti: meglio come romanziere.