La fossa comune
- Editore:
Zerounoundici
- Collana:
- Selezione
- Data di Pubblicazione:
- 2008
- EAN:
9788863071078
- ISBN:
8863071071
- Pagine:
- 196
- Formato:
- brossura
Trama La fossa comune
In bilico tra la spy-story e il romanzo storico, "La fossa comune" racconta le vicissitudini di Vittorio Ronca, un uomo che, dopo devastanti esperienze professionali e affettive, approda nella Russia post-sovietica dei primi anni '90, dove viene coinvolto in un attentato al presidente Boris Eltzin. Pagina dopo pagina, però, quello che emerge dal romanzo è soprattutto il ritratto di una generazione, quella che aveva 20 anni nel 1968, destinata fin dall'inizio a scontrarsi con una realtà spesso irriducibile ai suoi schematismi. E sogni e ideali, stritolati in tale scontro, non possono che finire in una fossa comune.
Recensioni degli utenti
L'inquietudine di un utopista-12 novembre 2008
"Il libro dell'inquietudine di Vittorio Ronca": si sarebbe potuto intitolare così l'ottimo romanzo di Alessandro Bastasi, se non ci avesse già pensato qualcun altro. Questo libro si basa sulla storia di una persona: il protagonista è talmente vivo, ben descritto, ricco di sfaccettature positive e negative e calato nella realtà da essere più di un personaggio. Uomini come Vittorio ne ho conosciuti: sempre pronti ad inseguire con entusiasmo un sogno, un ideale, un obiettivo più o meno realistico, per poi perdere ogni spinta fino alla prossima idea per sentirsi vivi. Vittorio è però coerente nelle proprie scelte, sebbene per compiacere gli altri si sforzi, soprattutto in gioventù, di "omologarsi" a modo suo. E' una persona, appunto e, se pensiamo all'etimo di questa parola, usa delle maschere, come tutti del resto. Ma siamo tanto più felici e realizzati quanto più la nostra maschera è corrispondente a ciò che siamo. Così l'affascinante Vittorio è contento quando riesce a fare effettivamente ciò che desidera, giusto o sbagliato che sia, a vivere con pienezza il proprio presente che, in fondo, è tutto ciò che abbiamo. Bellissimi ed interessantissimi i riferimenti al teatro (le "bellissime utopie" degli anni '60-'70) e alla storia contemporanea. Una struttura solida e senza cedimenti e momenti di "stanca", una scrittura piacevole ed esperta. La storia e certe complessità della psicologia del protagonista mi hanno ricordato un po' il bel film di Dino Risi, "Una vita difficile".