Il codice dell'anima. Carattere, vocazione, destino
- Editore:
Adelphi
- Collana:
- Biblioteca Adelphi
- Edizione:
- 19
- Traduttore:
- Bottini A.
- Data di Pubblicazione:
- 1 ottobre 1997
- EAN:
9788845913174
- ISBN:
8845913171
- Pagine:
- 409
Descrizione Il codice dell'anima. Carattere, vocazione, destino
Per decifrare il codice dell'anima e capire il carattere, la vocazione, il destino, nel suo best seller Hillman si ispira al mito platonico di Er: l'anima di ciascuno di noi sceglie un compagno segreto" (daimon lo chiamavano i greci, genius i latini, angelo custode i cristiani). Sarà lui a guidarci nel cammino terreno. Eminenti modelli sfilano sotto l'occhio stregonesco di Hillman ... Il suo set è affollatissimo. Judy Garland, Joséphine Baker, Woody Allen, Quentin Tarantino, Hannah Arendt, Manuel Manolete, Henry Kissinger, Richard Nixon, Truman Ca-pote, Gandhi, Yehudi Menuhin, Elias Canetti e tanti altri, con le loro storie d'infanzia e maturità abilmente sezionate dal bisturi analitico, testimoniano apoteosi e disastri. Ma nell'età della psicopatia il ruolo del protagonista spetta a Hitler: il suo demone gli ha cucito addosso la divisa di un prototipo, il criminale dei tempi moderni. Forse di tutti i tempi." (Enzo Golino)
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Recensioni degli utenti
Gli archetipi-27 aprile 2014
È difficile e presuntuoso, a mio parere, dare un giudizio su opere di grandi pensatori se non si è davvero studiosi del genere. Io credo di essere una persona media, di cultura media e non certo di approfondita preparazione filosofica e psicanalitica, ma ho avuto la fortuna di leggere questo saggio durante un lungo periodo di percorso esistenziale e di formazione che ha riguardato, tra le altre cose, l'importanza dei miti e degli archetipi nella nostra vita. Ecco quindi che leggere "Il codice dell'anima" in quel momento di grande sensibilità e apertura mi ha impedito di esclamare «ma questo è fuori di testa!», mentre la deliziosa, profonda sensazione è stata «tutto quadra!».
SConsigliato-30 aprile 2012
Un testo a mio modesto avviso fin troppo sopravvaluitato. Infatti, per quanto possa sembrare sconosciuto, questo testo mi è stato consigliato da più persone e per questo motivo, alquanto sia stata diffidente, ho voluto leggerlo. La lettura si è rivelata molto traumatica, spoglia di forme di interessamento e molto piatta. Sconsigliato!
Indeciso-28 aprile 2012
Mi sono accostato a questo testo semplicemente per sentito dire, mosso anche da una curiositànei confronti del genere analitico e psicologico. Posso dire di essere rimasto alquanto deluso dal titolo in questione, semplicemente l'ho trovato poco interessante e inoltre lo stile è pioco adeguato al contenuto.
C'è di meglio in psicologia-25 marzo 2012
Fin troppo fastidiosamente esaltato e fantasioso, Hillman non nutre alcun interesse nell'apparire scientifico con fondatezza da studioso, cosa che in realtà, per il tipo di trattazione - che si vanta di fornire un contributo innovativo e sostanziale agli studi -, dovrebbe essere come minimo scontata. Propone, invece, una versione in chiave moderna delle idee platoniche, con esito non troppo felice (specie quando si dimena con tono profetico e ispirato parlando di presenze invisibili: si oscilla tra un'interpretazione metaforica delle stesse - non del tutto inaccettabile, si tratta di un deciso elogio dell'individualità e del talento personale - e una interpretazione a tratti provocatoriamente e orribilmente letterale.
Affascinante!-14 maggio 2011
James Hillman è uno psicoanalista americano che in realtà dà il suo meglio più come saggista e filosofo: in particolare il codice dell'anima è un libro che tratta in modo molto originale e appassionante il tema del destino, sia quello dei personaggi famosi, sia quello di ognuno di noi rispetto alla vocazione individuale.
scarno-1 ottobre 2010
L'idea di base mi sembra fastidiosa e patetica, e non ho voluto finirlo. Ciò nonostante alcune osservazioni sono bellissime: "E’ impossibile vedere un angelo se prima non abbiamo idea dell’angelo. Dobbiamo essere istruiti sull’arte di vedere. [...] Il progressivo venir meno del nostro interesse verso le cose che la coscienza razionale chiama magiche, mistiche e mitiche ha fatto sì che l’invisibile diventasse l’alieno. I nostri corridoi sono talmente angusti e bassi che gli Invisibili devono contorcersi in forme mostruose per passare al di qua. [...] La compresenza di visibile e invisibile è ciò che alimenta la vita."