Cane bianco di Romain Gary edito da Neri Pozza
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Cane bianco

Editore:

Neri Pozza

Collana:
Biblioteca
Traduttore:
Fedriga R.
Data di Pubblicazione:
8 ottobre 2009
EAN:

9788854503649

ISBN:

8854503649

Pagine:
240
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Cane bianco

È il 17 febbraio 1968 e in uno di quegli appartamenti di lusso di Beverly Hills, in cui si asserragliano i divi del grande schermo, si aggira Romain Gary. Gary trascorre buona parte del suo tempo a scrivere e a prendersi cura del piccolo zoo domestico trasportato da Parigi: il gatto birmano Bruno e la sua compagna siamese Mai; la vecchia gatta di strada Bippo, che allunga un colpo di artigli ogni volta che qualcuno cerca di accarezzarla; il tucano Billy-Billy e Sandy, un grande cane giallo, un cucciolone ingenuo. Intorno a mezzogiorno, un abbaiare risuona da dietro la porta. Gary va ad aprire e scorge sulla soglia Sandy, la coda tra le gambe, il muso a fil di terra, e, accanto a lui, un imponente pastore tedesco dal pelo grigio screziato di bianco e una bella testa. Un pomeriggio di qualche settimana dopo, però, Batka riserva la prima sorpresa: latrati irregolari, rapidi e rabbiosi, bava alla bocca, uno spaventoso sguardo carico d'odio soltanto perché un operaio di colore, addetto alla pulizia dei filtri della piscina, è apparso al suo cospetto. Batka è, infatti, un white dog, un cane bianco, una di quelle bestie addestrate nell'America razzista della fine degli anni Sessanta a dare la caccia ai neri... Appartenente alle opere del ciclo americano di Romain Gary, "Cane bianco" è il romanzo di uno scrittore russo-francese, profondamente intriso di spirito europeo, sulla "democrazia americana".

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4 di 5 su 4 recensioni

La scrittura è fluidissimaDi m. Christian-17 maggio 2012

Un dipinto sconcertante dell'America degli anni sessnata, quella delle speranze di un futuro migliore, di Martin Luther King, del Vietnam e dei Warhol, vista dagli occhi di uno scrittore europeo, abbastanza lucido da riuscirne a vedere i difetti. In alcuni punti il romanzo è pò ostico, ma nel insieme Gary riesce a sviscerare perfettamente il quadro di una America molto sospettosa ed in cerca di una identità.

Cane biancoDi V. Giacomo-13 maggio 2011

Forse il più sottovalutato, sicuramente il meno conosciuto degli autori novecenteschi. Una prosa così disinvolta e sorniona, piccole increspature nella misura, un'ironia tendenziosa (sì un'ironia, per quanto la parola sia quasi esausta dall'uso) che scioglie l'intreccio di dolore e comicità, di tragedia ed ilarità. Bisogna tenersi alla lontana, che poi gli si perdona la superficialità di alcune argomentazioni politiche (e si parla degli anni dei diritti civili negli Usa, del maggio francese! ) , gli si perdona quell'aristocratico distacco dai movimenti della storia che all'eccentrico, ed individualista, anarchico gli hanno permesso, poi, tante libertà. Un grandissimo scrittore e, mi permetto, sottovalutato.

Cane biancoDi a. gianmarco-8 ottobre 2010

C'è molto Romain Gary in questa storia. Più che il romanziere sognante e delicato di "La vita davanti a sé", più del cronista di guerra di "Educazione europea", in "Cane bianco" torna, dopo "Le radici del cielo", ad occuparsi dell' umanità e del suo divenire. Lo fa con sguardo lucido e non conformista: bacchetta sia la destra razzista che i liberal troppo romantici e sognatori. Affronta la questione razziale uscendo dagli stereotipi dettati dalla superficialità dei rapporti tra le persone. Il lettore appassionato scopre così un momento reale della vita di Gary, durante la sua permanenza negli Stati Uniti in compagnia della moglie Jean Seberg, diva hollywoodiana: scopre i pensieri detti fuori dai denti di un intellettuale come oggi pochi se ne vedono. Ciò che mi affascina di Gary è leggere tra le righe delle sue frasi tanta leggerezza, compassione e empatia verso l' altro, una scaramantica e finta sfiducia negli esseri umani, che contribuiscono a creare un' impressione di grande eppure cauto ottimismo, come se dietro al suo sarcasmo ed alla sua ironia volesse far spuntare un sorriso teso verso il futuro. Eppure, nonostante tutto questo, un giorno si suicidò.

Un affascinante spaccato di vitaDi F. IVANA-3 agosto 2010

Impossibile non rimanere ammaliati da questo scrittore idealista, romantico, capace di indignazione ed al tempo stesso di un’ingenuità disarmante. Una scrittura veramente piacevole, con uno sguardo disincantato sul razzismo – da leggere assolutamente.