Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne edito da BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

Il bambino con il pigiama a righe

Collana:
Best BUR
Edizione:
2
Traduttore:
Rossi P.
Data di Pubblicazione:
26 novembre 2014
EAN:

9788817079624

ISBN:

8817079626

Pagine:
194
Formato:
rilegato
Argomento:
Temi sociali: guerre e conflitti (bambini e ragazzi)
Età consigliata:
12 anni
Acquistabile con o la

Descrizione Il bambino con il pigiama a righe

Leggere questo libro significa fare un viaggio. Prendere per mano, o meglio farsi prendere per mano da Bruno, un bambino di nove anni, e cominciare a camminare. Presto o tardi si arriverà davanti a un recinto. Uno di quei recinti che esistono in tutto il mondo, uno di quelli che ci si augura di non dover mai varcare. Siamo nel 1942 e il padre di Bruno è il comandante di un campo di sterminio. Non sarà dunque difficile comprendere che cosa sia questo recinto di rete metallica, oltre il quale si vede una costruzione in mattoni rossi sormontata da un altissimo camino. Ma sarà amaro e doloroso, com'è doloroso e necessario accompagnare Bruno fino a quel recinto, fino alla sua amicizia con Shmuel, un bambino polacco che sta dall'altro lato della rete, nel recinto, prigioniero. John Boyne ci consegna una storia che dimostra meglio di qualsiasi spiegazione teorica come in una guerra tutti sono vittime, e tra loro quelli a cui viene sempre negata la parola sono proprio i bambini. Età di lettura: da 12 anni.

Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 11 recensioni

RealisticoDi M. NICOLA-20 novembre 2010

Per la prima volta un libro che racconta l'esperienza dello Sterminio freddamente calcolato degli Ebrei dal punto di vista di un bambino tedesco e "ariano" di 8 anni. L'amicizia è un sentimento naturale e trasversale, i bambini riescono a non vedere le differenze e gli ostacoli inventati dagli adulti che rendono gli uomini di serie A o di Serie B. Bruno vorrebbe giocare con gli altri bambini senza capire perchè un reticolato divide il suo mondo dal loro. Estremamente commovente è per il lettore spunto di grande riflessione.

InsommaDi S. Valeria-16 novembre 2010

Questo libro parte davvero bene, le prime 60 pagine scorrono meravigliosamente. È un libro che sembra scritto da un bambino e infatti il punto di vista è proprio quello del bambino. Quando parlava con la sorella (uno dei primi capitoli) e con l'innocenza di un bambino di 9 anni si chiedesse perchè le persone che vedeva dalla sua finestra fossero vestite allo stesso modo e abitassero in quel posto polveroso, mi ha fatto troppa tenerezza! Per non parlare di quando ha chiamato il posto in cui si sono trasferiti "auscit"... Mi si è stretto qualcosa al cuore. Poi però andando avanti con la storia perde tutto ciò che all'inizio mi era piaciuto. Inizia a diventare molto ripetitiva. Infatti ci sono troppe ripetizioni, troppi modi di dire che si imparano a memoria quasi con l'intento di farli entrare a forza nella mente e invece risultano fastidiosi e irritanti. Cosi irritanti che avrei voluto chiudere il libro per non leggerne più una pagina. Un esempio? Il bambino ripete fino alla nausea "caso disperato" Abbiamo capito che chiami tua sorella così, visto che hai pure deidcato il capitolo con quel titolo, ma basta! Una noia!! O quando ripete dei 3 amici, o che la sorella si crede grande etc.. Potrei fare mille esempi. Peccato

libro avvincenteDi A. Alessia-5 novembre 2010

Libro fantastico ma terribilmente triste... Con tutta la crudeltà ci fa capire come venivano considerati gli ebrei e come basta indossare un pigiama per diventare nessuno ...

tematica delicataDi B. Noemi-22 ottobre 2010

Si parla tanto della situazione degli ebrei durante la terribile shoah... ma si parla poco di coloro che non sapevano, nonostante vi erano vicini e di coloro che dicono di non sapere, nonostante i camini dove venivano inceneriti i corpi sputassero cenere sui tetti delle loro case... si può far finta di non sapere? si può far crescere un figlio ignaro di tutto e innocente all'ombra di un campo di concentramento? un libro spaventoso e pericoloso, perchè ti fa prendere la parte di coloro che avevamo giudicato come cattivi, ma che in fondo erano solo umani, assetati di potere, come ce ne sono ancora purtroppo troppi a questo mondo...

DolorosoDi F. Francesca-13 ottobre 2010

In queste pagine c'è la persecuzione degli ebrei vista dagli occhi di un bambino tedesco, figlio di un comandante delle SS che viveva proprio di fronte ad un campo di concentramento. Libro doloroso come tutti quelli che trattano l'argomento. Affatto sdolcinato e scontato.

CommoventeDi b. monica-20 settembre 2010

Un romanzo breve ma intenso,la parte più buia della storia recente vista con gli occhi innocenti dei bambini, una storia che fa riflettere e fa sì che non si dimentichi di cosa è capace l'uomo. Finale che mi ha strappato lacrime amare.