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Recensioni degli utenti
Pagine che lasciano stremati-24 aprile 2012
E' un buon romanzo, interessante, originale, un po' surreale. Ma vi consiglio di leggerlo solo se le cose intorno a voi si avviano nel migliore dei modi possibili, se un clima di tranquillità vi pervade. Perchè se siete nervosi, depressi o un po' tristi questo libro vi darà il colpo di grazia. Io ho dovuto smettere di leggerlo.
Una donna infelice-28 marzo 2012
Il delirio interiore, quasi da sogno, di una donna infelice, che si rivolta contro suo marito e la trappola del matrimonio, con la voglia di avere un discendente che non avrà mai, e anche con l'amore che prova per un uomo sconosciuto che la abbandonerà subito. Non di semplice lettura, molto introspettiva, piena di percezioni, di sogni che non si riescono a convertire in parole.
Vicino al cuore selvaggio-28 ottobre 2010
Leggerlo, abbandonandosi a sensazioni e percezioni. Se cerchi di spiegare, di capire diventa scomodo continuare. Mi sono abbandonata al flusso di questa scrittura così particolare "vicino al cuore selvaggio". Se poi teniamo conto che l'ha scritto a 19 anni...
Vicino al cuore selvaggio-9 ottobre 2010
la lingua della Lispector, donna di abbaglianti intelligenza e bellezza, qui alla sua prima prova, poco meno che ventenne...la lingua della Lispector, dicevo, è spaventosa. è una lingua di fuoco, flessuosa, duttile e spietata. non conosce segreti o pieghe nascoste. lambisce le ombre del lettore con la forza elegante della tigre, un patto tacito, sai che potrebbe divorarti da un momento all'altro, ma preferisci fissare i tuoi occhi sulla sua bellezza agghiacciante. Clarice Lispector saetta ed estrae verità, a capitoli alterni nella prima parte, con salti avanti e indietro nel tempo, seguendo il corso della vita nella seconda. Joana è la protagonista, a lei la Lispector dona il suo sguardo di fiera, e la sua parola smisurata, in una sorta di diario interiore ed esteriore. Meno male che, nelle oltre venti lunghe pagine di monologo interiore dove si indaga e "scopre", per così dire, il senso del titolo del libro, le frasi si accumulano con meno grazia e l'autrice riappare sotto la luce umana della scrittrice. una tregua nel panico della conoscenza intuitiva che attraversa il libro, flessuosa dorsale di animale primitivo. Joana è prima e oltre il linguaggio, è nel flusso della vita da nominare ogni giorno. Clarice mi avrebbe rubato il cuore e l'anima, e sto a guardare, io "della razza di chi rimane a terra". "Le parole mi scoppiano fra i denti come fragili schegge. Perché la pioggia non entra in me, io voglio essere stella."