Trama Ragazza di Pechino
La giovanissima autrice si racconta descrivendo il suo male di vivere, la sua ribellione, le prime esperienze sessuali e sentimentali, la passione per la poesia e soprattutto per la musica rock. Abbandona la scuola a quindici anni per entrare nella redazione di una rivista di musica, finalmente crede di poter soddisfare le sue ambizioni intellettuali e di avere la libertà e l'indipendenza che desiderava. Ma scopre che la vita è ancora insopportabile... Romanzo-confessione di una diciassettenne al suo esordio, "Ragazza di Pechino" rivela insieme il doloroso percorso esistenziale di un'adolescente e il vasto dramma di un'intera generazione alla disperata ricerca di nuovi valori. L'edizione maggiore del libro è pubblicata da Guanda.
Recensioni degli utenti
Ragazza di Pechino-10 agosto 2011
Diario adolescenziale, un genere che ultimamanete tende a darmi sui nervi, nonostante i divieti della censura e le difficoltà oggettive, anche gli adolescenti cinesi vivono vite clonate su quelle dei loro coetanei del resto del mondo, cosa fino a qualche decennio fa assolutamente impensabile. Non brilla per scrittura (anzi, è piuttosto ripetitivo), i personaggi sono alquanto incolori, si confondono l'un con l'altro (e non è a causa della somiglianza dei nomi cinesi! , si tratta in fondo di una sequela di infatuazioni giovanili (alcune descritte in modo proprio opaco, senza far capire nemmeno un labile perché), abbandoni scolastici, liti familiari (in una famiglia peraltro molto, molto permissiva) , amicizie fragili come il cristallo, il tutto ingarbugliato in una confusione che definirei disorientante. Probabilmente non ho più l'età per essere in sintonia con produzioni giovanili di questo tipo, nonostante la mia professione mi porti ad avere a che fare ogni giorno con gli adolescenti; ci sono ogni tanto dei barlumi non dico di profondità, ma di spessore, e sono quelli in cui la protagonista mostra di essere nonostante gli atteggiamenti da donna vissuta una vera e propria diciassettenne con tutti i turbamenti, le incertezze, i drammi e lo sconforto del caso. Peccato però che anche questi momenti restino scoloriti, piatti, poco abbozzati, e non è mai dato capire se dietro la maschera ci sia davvero qualcos'altro o se sia tutto un mega-bluff editoriale (e non sarebbe il primo).